Achille ed Ettore

Agamemnon Briseidam Brisae filiam, quam Achilles ceperat, propter formae dignitatem ab Achille abduxit, eo tempore quo Chryseida (acc.) Chrysi sacerdoti Apollinis reddidit; qua ira Achilles in proelium non prodibat (scendeva), sed cithara in tabernaculo se exercebat. Quia Hector fugaverat Achivos, Achilles obiurgatus a (rimproverato da) Patroclo arma sua ei tradidit, quibus ille Troianos fugavit. Sed postea Hector Patroclum ipsum interfecit armaque eius detraxit. Achilles cum Agamemnone rediit in gratiam (si riconciliò) et Thetis mater a Vulcano arma ei impetravit, quae Nereides per mare attulerunt. Quibus armis ille Hectorem occidit et astrictum (legato) ad currum traxit circa muros Troianorum.

Agamennone portò via da Achille per la bellezza dell’aspetto Briseide, figlia di Brise, che Achille aveva fatto prigioniera, nel momento in cui restituì Criseide a Crise, sacerdote di Apollo; a causa di quest’ira Achille non scendeva in battaglia, ma si esercitava con la cetra nella tenda. Poiché Ettore aveva messo in fuga i Greci, Achille, rimproverato da Patroclo, gli consegnò le sue armi, con cui quello mise in fuga i Troiani. Ma in seguito Ettore uccise lo stesso Patroclo e gli sottrasse le armi. Achille si riconciliò con Agamennone e la madre Teti ottenne per lui da Vulcano delle armi, che le Nereidi portarono per mare. Con queste armi quello (= Achille) uccise Ettore e lo trascinò legato al carro attorno alle mura dei Troiani.