Al lupo! Al lupo!

Puer armentum suum in pratis pascebat et saepe alios agricolas irridebat. Nam iterum clamabat: «Mihi («a me, mi») auxilium date, amici! Lupus capellas agnosque mesos vorat». Agricolae identidem in pueri auxilium veniebant, sed nullum lupum apud armentum videbant.
Tandem puerum malis verbis obiurgabant: «Desine iocum, stulte puer; nam amicorum patientiam temptas sed benevolentia nostra infinita non est!». Olim, dum («mentre», con l’indicativo presente) in herba capellae agnique iacent et puer in plantarum umbra quiescit, lupus repente apparebat.
Puer trepidus inclamabat: «Amici, vitae meae meisque agnis subvenite: lupus hic («qui», avv.) est!». Sed agricolae verbis pueri non credebant nec accurrebant.
Itaque a lupo famelico multi agni cum capellis vorabantur et puer stultitiae suae iustam poenam persolvebat.

Un ragazzo pascolava il suo gregge nei prati e spesso si prendeva gioco degli altri contadini. Infatti esclamava: «Aiutatemi, amici! Un lupo divora le mie caprette e agnelli». I contadini andavano continuamente in aiuto del ragazzo, ma non vedevano nessun lupo vicino al gregge. Alla fine biasimavano il ragazzo con parole severe: «Smettila di scherzare, stolto ragazzo; infatti metti alla prova la pazienza degli amici ma la nostra benevolenza non è infinita!». Un giorno, mentre le caprette e gli agnelli giacevano sull’erba e il ragazzo riposava all’ombra degli alberi, appariva improvvisamente un lupo. Il ragazzo impaurito gridava: «Amici, accorrete in aiuto della vita mia e dei miei agnelli: il lupo è qui!». Ma i contadini non credevano alle parole del ragazzo e non accorrevano. E così molti agnelli assieme alle caprette venivano divorate dal famelico lupo e il ragazzo pagava la giusta punizione per la sua stupidità.