Alessandro il macedone è diventato un persiano!

Hic vero palam cupiditates suas solvit continentiamque et moderationem, in altissima quaque fortuna eminentia bona, in superbiam ac lasciviam vertit. Patrios mores disciplinamque Macedonum regum salubriter temperatam et civilem habitum, velut leviora magnitudine sua ducens, Persicae regiae par deorum potentiae fastigium aemulabatur. Iacere humi venerabundos ipsum paulatimque servilibus ministeriis tot victores gentium inbuere et captivis pares facere exspectabat. Itaque purpureum diadema distinctum albo, quale Dareus habuerat, capiti circumdedit vestemque Persicam sumpsit, ne omnem quidem veritus, quod a victoris insignibus in devicti transiret habitum. Et ille se quidem spolia Persarum gestare dicebat, sed cum illis quoque mores induerat, superbiamque habitus animi insolentia sequebatur.

Nexus – Pag.117 n.7 – Curzio Rufo

Fu qui allora che Alessandro sciolse apertamente il freno alle sue passioni e tramutò la moderazione e la misura, che sono le doti più alte in qualunque eccelsa fortuna, in arroganza e lascivia. Ritenendo i patrii costumi e la disciplina dei re macedoni – moderata con equilibrio e di civile comportamento – , come troppo inadatta alla sua grandezza, emulava lo sfarzo della corte persiana, che uguagliava la potenza degli dèi. Esigeva che coloro che lo riverivano si prostrassero al suolo e che poco a poco i vincitori di tanti popoli si adattassero a incombenze servili e fossero simili a prigionieri. E così si mise al capo la fascia color porpora orlata di bianco, che aveva avuto Dario, e vestì abiti di foggia persiana, senza neppure temere il presagio derivante dal passaggio dalle insegne del vincitore all’abito dello sconfitto. Ed egli affermava sì di portare le spoglie dei Persiani, ma con esse ne aveva rivestito anche i costumi, e l’intemperanza del suo animo teneva dietro alla fastosità dell’abbigliamento.