Amore e Psiche (prima parte) (Apuleio)

Erant in civitate rex et regina. Hi tres filias pulcherrimas habebant: maiores quidem natu, quamvis gratissima specie erant, tamen laudibus humanis celebrari poterant, at pulchritudo puellae iunioris, cuius nomen Psyche erat, ob sermonis humani penuriam nec exprimi nec sufficienter laudari poterat. Eximii spectaculi rumor cives et advenas copiosissimos congregat; sic procedit in dies opinio, sic fama insulas provinciasque multas pervagatur. Iam plurimi longis itineribus ad regiam confluebant ut pulcherrimam puellam venerarentur. Et cum per viam egrediebatur populus floribus et sertis eam adprecabatur. At hi mirificentissimi honores in puellam mortalem animum Veneris vehementi ira incenderunt.

Apuleio

In una città c’erano un re e una regina. Loro avevano tre figlie bellissime: certamente le maggiori d’età, quantunque fossero di aspetto molto grazioso, tuttavia potevano essere celebrate con umani elogi, ma la bellezza della fanciulla più giovane, il cui nome era Psiche, non poteva essere sufficientemente nè descritta nè lodata per la ristrettezza del linguaggio umano. La voce dello straordinario spettacolo fece radunare numerosissimi cittadini e stranieri; così la rinomanza aumentò di giorno in giorno, così la fama si diffuse per molte province ed isole. Ormai moltissimi con lunghi viaggi accorrevano al palazzo reale per venerare la bellissima fanciulla. E quando ella usciva per la via il popolo la supplicava con fiori e corone. Ma questi meravigliosi onori verso una fanciulla mortale accesero di un’ira violenta l’animo di Venere.