Animali predatori

Olim multae ferae (animali selvaggi) damna adportabant, cum in agricolarum praediola irrumpebant. Saepe aquilae vel milvi de caelo repente in areas villarum devolabant, columbas, gallinas parvosve agnos arripiebant et praedam in suos nidos longinque extollebant et suis pullis horridum cibum praebebant. In tantis periculis nullum villarum incolis subsidium erat. Etiam vulpeculae agricolis infestae erant. Nam noctu, dum in villa cuncti incolae dormiunt, in gallinaria tacite intrabant, clam pullos corripiebant et in suas latebras in silvis trahebant. Magnum etiam periculum ex lupis veniebat, qui (i quali) non solum agros, sed etiam vicos infestabant. Nota enim est luporum saevitia si famelici sunt et escam suae inediae petunt. Plerumque olim in silvis vivebant inter arbusta et dumos, sed saepe ex suis latebris evadebant et ad vicos vel ad villas agricolarum accedebant, quia inedia et cibi inopia impellebantur. Tunc ex stabulis et saeptis teneros agnellos, timidas capellas vel etiam parvos vitulos raptabant, membra miserae praedae, cruentum cibum, lacerabant et vorabant vel ad lustra sua revertebant et catulos suos cruenta esca nutriebant.

Versioni latine – Pag.20 n.6

Un tempo molte bestie arrecavano danni, quando irrompevano dentro i piccoli poderi dei contadini. Spesso le aquile o gli sparvieri discendevano dal cielo velocemente sulle aie delle fattorie, e afferravano le colombe, le galline con i piccoli e gli agnelli e portavano la preda nei loro grandi nidi e davano l’orrendo cibo ai loro piccoli. In tanti rischi gli abitanti delle fattorie non avevano nessun aiuto (incolis subsidium erat =dativo di possesso). Anche le volpi erano pericolose per gli agricoltori. Infatti di notte, mentre gli abitanti delle fattorie dormivano (lett. dormono) tutti, entravano di nascosto nel pollaio, e segretamente catturavano i polli e li portavano nei boschi nelle loro tane. Un grande pericolo veniva anche dal lupo che infestavano non solo i campi ma anche le strade. Nota è infatti la ferocia dei lupi se sono famelici e (quando) aggrediscono il cibo per la loro fame. La maggior parte una volta viveva nei boschi tra i cespugli e i rovi, ma spesso uscivano dai loro nascondigli e si avvicinavano alle strade o alle fattorie dei contadini, perché erano agitati dalla fame e dalla mancanza di cibo. Allora dalle stalle e dai recinti portavano via teneri agnelli, timorose capre o anche piccoli vitelli, laceravano, come cruento cibo, le membra delle misere prede e le divoravano e facevano ritornavano ai loro covi e nutrivano i loro cuccioli con il cruento cibo.