Bacco e Arianna

Post monotauri necem Theseus e Labyrintho incolumis evasit et patriam versus cum Ariadna navigavit, sed postea puellam super scopulis in Naxo insula dormientem reliquit. Frustra venusta puella lacrimarum flumen profudit, frustra acerba verba et inutiles preces numinibusconvertit. Olim autem puellam apud pelagi ripas sopitam conspexit Bacchus: comae ad solis radios fulgebant et brachia molliter remissa iacebant Bacchus, subito amore incensus, appropinquavit et: “Nimis”, inquit, “oculi tui fleverunt, nunc rursum subridere debent: nisi gratum amorem recusas, uxor mea eris, simulque perenni vinculo amoris coniucti vitam degemus”. Talia verba statim Ariadnae animum recreaverunt atque confirmaverunt. Tum Bacchus coronam auream puellae capiti imposuit, sed cum corona Ariadnae frontem tetegit confestim in auras assurrexit: coronae gemmae ad astra pervenerunt et in Coronae sidus se converterunt.

Dopo la morte del Minotauro, Teseo uscì dal labirinto sano e andò verso la patria con Arianna, ma dopo abbandonò la fanciulla dormiente sopra uno scoglio nell’ isola di Naxo. Invano la bella fanciulla versò fiumi di lacrime, invano rivolse agli dei dure parole e inutili preghiere. Ma un giorno, Bacco vide la fanciulla addormentata presso le rive del mare; la sua chioma splendeva come i raggi del sole e le sue braccia cadevano delicatamente abbandonate sulla terra. Bacco improvvisamente si accese d’ amore, si avvicinò e disse: “Se non rifiuti il mio amore sarai mia moglie e passeremo la vita insieme, saremo uniti da un amore infinito”. Queste parole ricrearono e incoraggiarono immediatamente l’ anima di Arianna. Allora Bacco pose sulla testa della ragazza una corona d’ oro, ma quando la corona toccò la fronte di Arianna, questa si sollevò subito nell’ aria: le gemme della corona arrivarono alle stelle e diventarono nella costellazione della corona.