Bruto decide di vendicare la morte di Lucrezia

Brutus cultrum ex vulnere Lucretiae extractum, manantem cruore, «Per hunc inquit castissimum ante iniuriam sanguinem iuro, vosque, di, testes facio me L. Tarquinium Superbum cum scelerata coniuge et omni liberorum stirpe ferro igni quacumque vi possim exsecuturum esse, nec illos nec alium quemquam regnare Romae passurum esse». Cultrum deinde Collatino tradidit. Ut praeceptum erat iurant; omnes adeo in iram versi sunt, ut Brutum secuti sint ducem ut regnum expugnarent. Elatum domo Lucretiae corpus in forum deferunt ut mulier sepeliatur. Orationem tam vehementem habuit Brutus ut ferocissimus quisque iuvenum cum armis voluntarius adfuerit et etiam cetera iuventus secuta sit.

Livio

Bruto estratto il coltello grondante sangue dalla ferita di Lucrezia: “Giuro – disse – su questo sangue purissimo prima dell’oltraggio, e chiamo voi, o dei, a testimoni che io punirò Lucio Tarquinio Superbo insieme alla malvagia moglie e a tutta la discendenza dei figli, col ferro, col fuoco, con qualunque impiego della forza mi sia possibile, e che non permetterò che nè essi nè qualunque altro regnino a Roma”. Quindi consegnò il coltello a Collatino. Giurarono secondo la regola; tutti si mossero all’ira al punto che seguirono come capo Bruto per prendere con la forza il regno. Portato fuori dalla casa il cadavere di Lucrezia lo trasportarono nel foro affinché la donna venisse sepolta. Bruto tenne un discorso così veemente che tutti i più valorosi tra i giovani si presentarono volontari con le armi e anche tutto il resto della gioventù li seguì.