Bruto muove la folla contro i Tarquini

Inde patre praeside relicto Collatiae custodibusque datis ne quis eum motum regibus nuntiaret, ceteri armati duce Bruto Romam profecti sunt. Ut eo ventum est, armata multitudo pavorem ac tumultum facit. Ex omnibus locis urbis in forum curritur. Quo simul ventum est, praeco ad tribunum Celerum, in quibus forte Brutus erat, populum advocavit. Ibi orationem habuit, de vi ac libidine Sex. Tarquini, de stupro infando Lucretiae et miserabili caede. Cum indignam Ser. Tulli regis caedem memoravisset, invocavit deos ultores parentum. His atrocioribusque aliis memoratis, adeo animos inflammavit ut universa plebs imperium regis abrogare cuperet et exiliare Lucium Tarquinium cum coniuge ac liberis. Inter hunc tumultum Tullia domo profugit.

Livio

Quindi lasciato il padre a capo di Collazia e messe le guardie affinché nessuno riferisse ai sovrani la notizia della sommossa, tutti gli altri armati sotto il comando di Bruto si misero in cammino verso Roma. Come là si giunse, la moltitudine armata destò paura e allarme. Da tutti i quartieri della città si accorse al foro. Si giunse nello stesso momento in quel luogo, un araldo convocò il popolo davanti al tribuno dei Celeri, tra costoro c’era per caso Bruto. Là egli tenne un discorso sulla violenza e la dissolutezza di Sesto Tarquinio, sull’orribile stupro di Lucrezia e sulla sua immolazione degna di compassione. Dopo aver ricordato la turpe uccisione del re Servio Tullio, invocò gli dei vendicatori dei genitori. Menzionate queste e altre azioni più crudeli, infiammò a tal punto gli animi che tutta quanta la plebe desiderava abolire il potere regio ed esiliare Lucio Tarquinio con la moglie e i figli. In mezzo a questa confusione Tullia fuggì via dall’abitazione.