Cattura di Filopemene
Eventus memorabilis est, quod , cum bello superiores essent Achaei, Philopoemen praetor eorum capitur, ad praeoccupandam Coronen, quam hostes petebant, inita valle iniqua cum equitibus paucis oppressus. Ipsum potuisse effugere Thracum Cretensiumque auxilio tradunt, sed pudor relinquendi equites, nobilissimos gentis, ab ipso nuper lectos, tenuit. Dum impetus hostium sustinet, prolapso equo et suo casu et onere equi super eum ruentis haud multum afuit, quin exanimaretur. Iacentem hostes superfusi oppresserunt; cognitumque haud secus quam ducem suum attollunt reficiuntque et ex valle devia in viam portant, vix sibimet ipsi prae necopinato gaudio credentes. Nuntios Messenen praemittunt Philopoemenem captum adduci. Sic ad spectaculum omnes simul liberi ac servi, pueri quoque cum feminis effunduntur. Magistratus et principes, veriti ne quem motum misericordia tanti viri faceret, raptim ex oculis hominum eum abstraxerunt et in curiam abduxerunt, ubi senatu vocato consultari coeptum est.
Livio
Avvenimento memorabile è il fatto che, mentre gli Achei erano più forti in battaglia, il loro comandante Filopemene, per occupare prima Corone, verso la quale si dirigevano i nemici, sorpreso con pochi cavalieri dopo essere entrato in una malagevole vallata, venne fatto prigioniero. Tramandano che sarebbe potuto fuggire con l’aiuto dei Traci e dei Cretesi, ma lo trattenne il disonore di abbandonare i cavalieri, nobilissimi di stirpe, da lui stesso poco prima scelti. Mentre sosteneva l’assalto dei nemici, poiché il cavallo era scivolato, sia per la sua caduta sia per il peso del cavallo che crollava su di lui, non mancò molto che venisse ucciso. Mentre giaceva a terra i nemici scagliatisi (su di lui) lo sopraffecero; e riconosciutolo lo sollevarono non diversamente da un loro comandante e lo rianimarono e da quella valle fuori mano lo riportarono sulla via, a malapena credendo a se stessi per la gioia inaspettata. Comunicarono a Messene la notizia che Filopemene veniva condotto prigioniero. Così tutti insieme liberi e servi, anche fanciulli con le donne uscirono per lo spettacolo. I magistrati e i nobili, temendo che la pietà per un uomo così grande sollevasse qualche agitazione popolare, lo allontanarono in fretta dalla vista delle persone e lo condussero in curia, dove, convocato il senato, si cominciò a discutere.