Cesare sbaraglia i Germani presso il Reno

Caesar legionibus alios legatos praefecit, ipse (“egli personalmente”) a dextro cornu, quod illa pars hostium irma non putabatur, proelium commisit; ita nostri in hostes impetum fecerunt. At Germani ex consuetudine phalangem constituerunt et impetus gladiorum exceperunt; reperti sunt multi nostri milites in phalangas insilientes, scuta manibus revellentes et desuper (“dall’alto”) alios vulnerantes, alios obtruncantes. Horum hostium copiae a sinistro cornu pulsae atque in fugam coniectae erant, sed a dextro cornu multitudine hostili nostri premebantur; tum Crassus ille adulescens, equitatus dux, auxilia nostris laborantibus subsidio (“in aiuto”) misit. Ita proelium restitutum est atque repente omnes hostes terga verterunt et ad lumen Rhenum pervenerunt.
Ibi pauci aut viribus identes lumen tranaverunt aut lintribus salutem reppererunt; in his fuit Ariovistus, qui (“che”, sogg.) navicula fugit; omnes ex (“fra”) aliis hostibus vitam emiserunt. Duae (“due”) fuerunt uxores Ariovisti, una Sueba, altera Norica, regis Voccionis soror; illae in tutum non pervenerunt et in ista fuga vitam amiserunt; duae fuerunt iliae: harum altera occisa, altera capta est. Cum hoc proelium trans Rhenum nuntiatum est, Suebi domum reverterunt, sed Ubii istos occiderunt. Sic Caesar una aestate magna bella confecit et in hiberna exercitus suos deduxit.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.158 n.22 – Cesare

Cesare pose a capo delle legioni altri legati, lui stesso dette inizio alla battaglia dall’ala destra perché non considerava quella parte dell’esercito nemico solida, così i nostri attaccarono i nemici. Ma i Germani, come d’abitudine, schierarono una falange e sostennero l’attacco delle spade; furono visti molti dei nostri soldati che saltavano sulla falange, strappavano gli scudi con le mani e ferendo alcuni dall’alto, e che massacravano altri. Le truppe di questi nemici, dall’ala sinistra, erano state annientate e ridotte in fuga; ma dall’ala destra i nostri erano incalzati da una quantità di nemici; allora Crasso, quel giovane capo della cavalleria, mandò rinforzi in aiuto dei nostri che erano in difficoltà. Così la battaglia riprese e presto i nemici volsero le spalle e giunsero al fiume Reno.
Lì pochi attraversarono il fiume confidando nelle loro forze o cercarono la salvezza su zattere; tra questi vi fu Ariovisto che fuggì con una barchetta; tutti fra gli altri nemici, persero la vita. Vi erano due mogli di Ariovisto, una sveva, l’altra Norica, sorella del re Voccione; esse non riuscirono a mettersi al sicuro e in questa fuga persero la vita; vi erano due figlie : di esse una fu uccisa, una fu presa prigioniera. Quando questa battaglia fu annunciata oltre il Reno, gli Svevi tornarono in patria, ma gli Ubi li uccisero. Così Cesare in una sola estate portò a termine grandi guerre e condusse gli eserciti negli accampamenti invernali.