Cesare sconfigge gli Elvezi

Helvetii, cum angustiorem regionem colerent, e inibus suis excedere statuerant, quo quaererent meliores latioresque agros et vitam facilem agerent magis quam in minima regione vivere poterant. Helvetiis, ut copias in alīus populi terram traducerent, erant itinera duo (“due”): alterum, per Sequanorum regionem, angustum et diicillimum procedebat atque Helvetii timebant ne (timeo ne + cong., “temo che”) intercluderentur propter locum maxime impervium; alterum per provinciam Romanam erat, multo facilius et expeditius, quod Rodanus, lumen vadosum, luit. Caesar, cum exploratores illum certiorem fecerunt de Helvetiorum audaci consilio, magnis itineribus Roma in Galliam pervenit; itaque Helvetii legatos civium nobilissimos ad Caesarem miserunt, petitum ut (“che”) per provinciam Romanam iter facerent. Caesar, ostendens se minus indulgentem quam esse cupiebat, cum antiquitus cognovisset Helvetios bellicosos et populo Romano infensos tam quam natura eorum ingenium rude fecerat, negavit transitus concessionem. Cum Helvetii non desisterent, a Caesare impetus ductus est et hostes omnino proligati sunt. Tunc lentes ad ducis Romani pedes procubuerunt et misericordiam veniamque rogaverunt. Caesar victos in deditionem accepit: sic optime consuluit provinciae securitati.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.277 n.29 – Cesare

Gli Elvezi, poiché abitavano una regione piuttosto piccola, avevano deciso di uscire fuori dai propri confini, per conquistare campi migliori e più vasti e condurre una vita più agevole di quella che avrebbero avuto vivendo in una regione troppo ridotta. Gli Elvezi, per condurre le truppe nella terra di un altro popolo, avevano due strade: una, attraverso il territorio dei Sequani, si sviluppava stretta e difficilissima e gli Elvezi temevano che sarebbero stati impediti/bloccati per la posizione estremamente impervia; l’altra, passava attraverso la provincia Romana, molto più facile e spedita, perché il Rodano, fiume ricco di guadi/facilmente guadabile ci scorre. Cesare, quando gli esploratori gli confermarono con sicurezza la temeraria decisione degli Elvezi, arrivò in Gallia da Roma a grandi tappe; e così gli Elvezi inviarono come ambasciatori a Cesare i cittadini più nobili/di rango più elevato, per chiedere di poter passare attraverso la provincia Romana. Cesare, mostrandosi meno arrendevole di quanto desiderava essere, sapendo che gli Elvezi fin dall’antichità erano bellicosi e dannosi per il popolo Romano tanto quanto la natura rozza della loro indole aveva provocato, negò il permesso del passaggio. Poiché gli Elvezi non desistevano, da Cesare fu condotto un attacco ed i nemici furono completamente sbaragliati. Allora si gettarono piangendo ai piedi del generale Romano ed implorarono pietà e perdono. Cesare accettò la resa dei vinti: così assicurò nel migliore dei modi la sicurezza della provincia.