Cesare sconfigge gli Elvezi

<Inter Romanos ac Helvetios anceps et acre proelium fuit. Quoniam Helvetii diu sustinere nostrorum impetus non potuerunt (“poterono”), alteri in montem perrexerunt, alteri ad impedimenta et carros (carrus, i, m. “carro”) confugerunt. Tum proelium ad impedimenta commissum est, quod Helvetii prae se (“sé”, abl.) carros posuerant et e loco alto in nostros venientes tela coniciebant et nonnulli (“alcuni”) inter carros hastas mittentes nostros vulnerabant. Post cruentam pugnam impedimenta castraque a nostris capta sunt: etiam Orgetorigis, Helvetiorum principis, ilia atque unus e iliis captus est. Helvetii neque vulnerati neque capti fugerunt eaque tota nocte currentes in ines Lingonum (“dei Lingoni”) incolumes pervenerunt, quia Caesar et propter vulnera militum et propter sepulturam (“sepoltura”) occisorum contra illos equitatum mittere non potuerat (“aveva potuto”). Deinde sine mora cum omnibus copiis eos sequi coepit (“si mise ad inseguirli”).

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.163 n.33 – Cesare

Fra i Romani e gli Elvezi vi fu un combattimento incerto e acre. Dal momento che gli Elvezi non poterono lungamente sopportare l’attacco dei nostri, alcuni si diressero sulla montagna, altri si diressero alle salmerie e ai carri. Allora il combattimento fu sostenuto presso le salmerie, poiché gli Elvezi avevano posto i carri davanti a loro e scagliavano i dardi da un alto luogo contro i nostri che sopraggiungevano e alcuni ferivano i nostri gettando tra i carri le lance. Dopo la violenta battaglia le salmerie e l’accampamento furono presi dai nostri: fu catturata anche la figlia e uno dei figli di Orgetorige, capo degli Elvezi. Gli Elvezi, (che non erano stati) né feriti né catturati, fuggirono e, correndo per tutta la notte, arrivarono illesi nei territori dei Lingoni, poiché Cesare, sia per le ferite dei soldati, sia per la sepoltura degli uccisi, non aveva potuto inviare cavalleria contro di loro. Poi senza indugio iniziò ad inseguirli con tutte le truppe.