Cesare si prepara a passare in Germania

Ubii, quia antea obsides Caesari dederant atque in deditionem venêrant, purgandi sui causa ad eum legatos mittunt, qui doceant neque auxilia ex sua civitate in Treveros missa (esse) neque a se fidem laesam. Petunt atque orant ut sibi parcat ne, communi odio Germanorum, innocentes pro nocentibus poenas pendant: si amplius obsidum ille velit dari, se daturos pollicentur. Caesar, cognita causa, reppêrit auxilia Treveris a Suebis non ab Ubiis missa esse; Ubiorum satisfactionem accipit, aditus viasque in Suebos perquirit. Interim paucis post diebus fit ab Ubiis certior Suebos omnes in unum locum copias cogere. His cognitis rebus, rem frumentariam providet, castris idoneum locum deligit. Ubiis imperat ut pecora deducant suaque omnia ex agris in oppida conferant, sperans barbaros atque imperitos homines, inopia cibariorum adductos, ad iniquam pugnandi condicionem posse deduci. Mandat ut illi crebros exploratores in Suebos mittant quidque apud eos geratur, cognoscant. Ubii, ut est praeceptum a Caesare, faciunt et, paucis diebus intermissis, ei referunt.

Maiorum Lingua C

Gli Ubii, poiché in precedenza avevano consegnato ostaggi a Cesare e si erano arresi, per giustificarsi gli mandarono inviati a informarlo che le sue truppe non erano state inviate dalla sua città contro i Treveri e che la lealtà non era stata da loro danneggiata. Chiesero e pregarono che li risparmiasse, affinché, in virtù dell’odio comune verso i Germani, loro innocenti scontassero punizioni come se fossero colpevoli; se avesse voluto che gli fossero dati più ostaggi, promettevano glieli avrebbero dati. Cesare, appreso il motivo, scoprì che le truppe contro i Treveri erano state mandate dagli Svevi, non dagli Ubii. Accolse la soddisfazione degli Ubii e cercò ingressi e vie d’accesso contri gli Svevi. Nel frattempo, pochi giorni dopo, su informato dagli Ubii che gli Svevi ammassavano tutte le truppe in un solo luogo. Appreso ciò, provvide al rifornimento di grano e scelse una sede adatta per il campo. Agli Ubii ordinò di ritirare il bestiame e di raccoglierlo tutto dai campi nelle loro città, sperando che loro, barbari e uomini inesperti, spinti dal bisogno di alimenti, potessero essere ridotti ad una sfavorevole condizione di combattimento. Decise che gli Ubii mandassero spesso avanguardie verso gli Svevi per sapere che cosa facessero. Gli Ubii fecero come era stato loro ordinato da Cesare e, passati pochi giorni, gli riferirono.