Cicerone narra le sue imprese militari in Asia, quando era governatore della Cilicia

Regis Antiochi legati mihi nuntiarunt Parthos cum magnis copiis Euphratem transire coepisse. Quo nuntio allato, cum essent nonnulli qui ei regi minorem fidem habendam putarent, statui tamen mihi exspectandum esse si quid certius afferretur. Ante diem tertium decimum Kalendas Octobres, cum exercitum in Ciliciam ducerem, in finibus Cappadociae mihi litterae redditae sunt a Tarcondimoto, qui fidelissimus socius, trans Taurum montem amicissimusque populi Romani existimatur: Pacorum Orodi, regis Parthorum, filium transisse Euphratem et magnum tumultum esse in provincia Syria excitatum. His nuntiis allatis, cum intellegerem socios nostros parum fidos esse, tamen eos, qui mansuetudinem et integritatem nostram perspexerant, amicores populo Romano fore sperabam. Ob hanc causam exercitum ad Taurum montem institui ducere, ut qui ex Cilicum gente in armis essent scirent exercitum populi Romani non cedere his nuntiis allatis sed etiam propius ad eos accedere.

Ad Limina (2) – Pag.234 n.13

Gli ambasciatori del re Antioco mi comunicarono che i Parti avevano iniziato ad attraversare il fiume Eufrate con ingenti truppe. Ricevuta tale notizia, sebbene vi fossero alcuni che ritenevano che di quel re non ci si dovesse fidare più di tanto, tuttavia decisi che avrei dovuto aspettare che la notizia fosse confermata. Prima del giorno tredicesimo delle Calende di Ottobre, mentre guidavo l’esercito in Cilicia, ai confini della Cappadocia mi pervenne uno scritto da Tarcondicomoto, che è ritenuto il più fedele degli alleati al di là del monte Tauro e molto amico del popolo romano: Pacoro, figlio di Orode re dei Parti, aveva attraversato l’Eufrate e si era destato molto allarme in provincia. Ricevute queste notizie, sebbene avessi capito che i nostri alleati non erano molto meritevoli di fiducia, tuttavia speravo che quelli che avevano constatato la nostra indulgenza e la nostra rettitudine, si dimostrassero più fedeli al popolo romano. Per tale motivo decisi di portare l’esercito al monte Tauro, così che coloro che tra i Cilici si erano armati, sapessero così che l’esercito romano non cedeva per le notizie riportate, ma si avvicinava di più a loro.