Cicerone raccomanda un amico

Etsi non dubito quin apud te mea commendatio prima satis valeat, tamen obsequor homini familiarissimo, C. Avianio Flacco, cuius causa omnia cum cupio tum mehercule etiam debeo. De quo et praesens tecum egi diligenter, cum tu mihi humanissime respondisti, et scripsi ad te accurate antea; sed putat interesse sua me ad te quam saepissime scribere, qua re velim mihi ingnoscas si illius voluntati obtemperans minus videbor meminisse constantiae tuae. A te idem illud peto, ut et de loco quo deportet frumentum et de tempore Avianio commodes, quorum utrumque per eundem me obtinuit triennium, dum Pompeius isti negotio praefuit. Summa est haec: mihi gratissimum facere potes, si curaveris ut Avianius, quoniam se a me amari putat, me a te amari sciat. Erit id mihi pergratum.

Cicerone

Sebbene io non dubiti che presso di te abbia sufficiente valore la mia prima raccomandazione, tuttavia ho rispetto per un uomo assai intimo, Gaio Avianio Flacco, per il quale non solo desidero ogni cosa, ma per Ercole, glielo devo anche. Di lui ho parlato con te anche di persona, quando mi hai risposto in maniera assai affabile, e ti ho scritto accuratamente in precedenza; ma pensa sia nel suo interesse che io ti scriva quanto più spesso, per questo vorrei mi perdonassi se io, obbedendo alla sua volontà, sembrerò ricordarmi di meno della tua costanza. Ti chiedo ancora questo, di metterti a disposizione di Aviano riguardo al luogo e al momento in cui importa il grano, entrambe le cui cose ottenne tramite me per tre anni, finché Pompeo sovrintese a questa incombenza. Il punto essenziale è questo: puoi farmi una cosa assai gradita, se avrai cura che Avianio, dal momento che ritiene di essere amato da me, sappia che io sono amato da te. Ciò mi sarà molto gradito.