Come è bella la campagna

Num igitur horum senectus miserabilis fuit, qui se agri cultione oblectabant? Mea quidem sententia haud scio an nulla beatior possit esse, neque solum officio, quod hominum generi universo cultura agrorum est salutaris, sed et delectatione, quam dixi, et saturitate copiaque rerum omnium, quae ad victum hominum, ad cultum etiam deorum pertinent, ut, quoniam haec quidem desiderant, in gratiam iam cum voluptate redeamus. Semper enim boni assiduique domini referta cella vinaria, olearia, etiam penaria est, villaque tota locuples est, abundat porco, haedo, agno, gallina, lacte, caseo, melle. Iam hortum ipsi agricolae succidiam alteram appellant. Conditiora facit haec supervacaneis etiam operis aucupium atque venatio. Quid de pratorum viriditate aut arborum ordinibus aut vinearum olivetorumve specie plura dicam? Brevi praecidam: agro bene culto nihil potest esse nec usu uberius nec specie ornatius; ad quem fruendum non modo non retardat, verum etiam invitat atque adlectat senectus. Ubi enim potest illa aetas aut calescere vel apricatione melius vel igni, aut vicissim umbris aquisve refrigerari salubrius?

Esperienze di traduzione – Pag.164 n.3 – Cicerone

Forse fu dunque miserevole la vecchiaia di costoro, che si dilettavano nella cura dei campi? Certamente, a parer mio, non so se possa esistere (una vecchiaia) più felice, e non solo per la funzione, poiché la cura dei campi è salutare per l’intero genere umano, ma anche per il diletto di cui ho parlato e per la grande abbondanza di tutte le cose che servono al sostentamento degli uomini, anche al culto degli dei e, giacché alcuni sentono il bisogno di queste cose, ormai riconciliamoci con il piacere. Infatti sono sempre rifornite la cantina, l’orciaio, e pure la dispensa, di un padrone buono e solerte, e tutta la villa è ricca, abbonda di porci, capretti, agnelli, galline, latte, formaggio, miele. E gli stessi agricoltori chiamano l’orto una seconda dispensa. E la caccia e l’uccellagione rendono queste cose alquanto piacevoli anche nelle attività superflue. Che dire di più sul verde dei prati o sui filari degli alberi o sulla bellezza delle vigne o degli oliveti? Taglierò corto: nulla può esistere di più redditizio per utilità e di più gradevole alla vista di un campo ben coltivato. E a godere di esso la vecchiaia non solo non ci è di impedimento, ma anzi ci invita e ci alletta: dove infatti può quella età o meglio riscaldarsi standosene al sole o davanti al fuoco, oppure rinfrescarsi più salubremente sia all’ombra sia con l’acqua?