Cosa può fare l’amore paterno

Non tam speciosa Caeseti equitis Romani sors patria, sed par indulgentia. Qui ab Caesare omnium iam et externorum et domesticorum hostium uictore cum abdicare filium suum iuberetur, quod is tribunus pl. cum Marullo collega inuidiam ei tamquam regnum adfectanti fecerat, in hunc modum respondere sustinuit: “Celerius tu mihi, Caesar, omnes filios meos eripies quam ex his ego unum nota mea pellam”. Habebat autem duos praeterea optimae indolis filios, quibus Caesar se incrementa dignitatis benigne daturum pollicebatur. Hunc patrem tametsi summa diuini principis clementia tutum praestitit, quis tamen non humano ingenio maius ausum putet, quod cui totus terrarum orbis succubuerat non cessit?

Esperienze di traduzione – Pag.353 n.2 – Valerio Massimo

Non così appariscente, ma pari per la benevolenza fu la sorte di padre del cavaliere romano Cesezio. Costui, ricevuto da Cesare – già vincitore di tutti i nemici esterni ed interni – l’ordine di ripudiare suo figlio, che si era reso colpevole come tribuno della plebe in una col collega Marullo di suscitargli contro impopolarità con l’accusa di aspirare alla tirannide, ebbe il coraggio di rispondergli nei seguenti termini: “Mi strapperai tutti i miei figli, o Cesare, prima che io ne cancelli uno solo dalla mia lista?”. E dire che egli aveva altri due figli di eccellente indole, ai quali Cesare prometteva generosamente una brillante carriera. Anche se la grandissima clemenza del divino principe preservò questo padre da ogni danno, chi, tuttavia, non penserebbe ancora ch’egli abbia osato qualcosa di superiore alla natura umana, se non si sottomise a colui, cui tutto il mondo si era sottomesso?