De Architectura, II, 2

Ergo cum propter ignis inventionem conventus initio apud homines et concilium et convictus esset natus, et in unum locum plures convenirent habentes ab natura praemium praeter reliqua animalia, ut non proni sed erecti ambularent mundique et astrorum magnificentiam aspicerent, item manibus et articulis quam vellent rem faciliter tractarent, coeperunt in eo coetu alii de fronde facere tecta, alii speluncas fodere sub montibus, nonnulli hirundinum nidos et aedificationes earum imitantes de luto et virgulis facere loca, quae subirent. Tunc observantes aliena tecta et adicientes suis cogitationibus res novas, efficiebant in dies meliora genera casarum. Cum essent autem homines imitabili docilique natura, cotidie inventionibus gloriantes alius alii ostendebant aedificiorum effectus, et ita exercentes ingenia certationibus in dies melioribus iudiciis efficiebantur. Primumque furcis erectis et virgulis interpositis luto parietes texerunt. Alii luteas glaebas arefacientes struebant parietes, materia eos iugumentantes, vitandoque imbres et aestus tegebant harundinibus et fronde. Posteaquam per hibernas tempestates tecta non potuerunt imbres sustinere, fastigia facientes, luto inducto proclinatis tectis, stillicidia deducebant.

Vitruvio

Dunque, in seguito alla scoperta del fuoco, tra gli uomini ebbe inizio il rapporto e la convivenza e si incontravano in un solo luogo parecchi di questi esseri che avevano dalla natura, rispetto agli altri animali, il privilegio di camminare non proni ma eretti e di notare la bellezza del mondo e degli astri, e, allo stesso modo, di maneggiare con le articolazioni e le mani qualunque cosa volessero, in quegli incontri cominciarono alcuni a farsi dei ripari con fronde, altri ad aprirsi grotte sotto i monti, alcuni a farsi dei rifugi di fango e di ramoscelli, sotto i quali ripararsi, imitando i nidi e le edificazioni delle rondini. Allora, osservando i ripari altrui e aggiungendo innovazioni con le loro inventive, miglioravano giorno per giorno i tipi di abitazione. Ma, gli uomini essendo per natura imitatori e ammaestrabili, ogni giorno gloriandosi delle invenzioni si mostravano l’un l’altro i risultati delle costruzioni e così, esercitando l’ingegno con le emulazioni, miglioravano di giorno in giorno nella capacità di ragionare. E dapprima coprirono le pareti con pali verticali e con ramoscelli interposti nel fango. Altri costruivano le pareti facendo essiccare zolle di fango e tenendole insieme con legno e per evitare piogge e caldo le coprivano di canne e di fogliame. Ma poiché durante il maltempo invernale i tetti non poterono resistere alle piogge, li costruivano in pendenza e ricoprendo di fango i tetti spioventi, facevano scendere le acque piovane.