Dedalo e il Labirinto

Daedalus architectus multa instrumenta operaria, ut serram et terebram, invenerat. Postquam Thalum invidia necaverat, ad Cretam confugit et illic Labyrinthum aedificavit. Ibi Minotaurus habitabat. Postea Minos (Minosse, nom.), insulae dominus, Daedalum in Labyrintho cum filio cius clausit. Sed Daedalus pinnas disposuit ut in rustica fistula sunt avenae, eas lino nexuit et cera coniunxit. Cum operam finivit, filium suum monuit: «lcare, vita Phoebi radios, quia alarum ceram solvere possunt (possono)». Deinde filii humeris alas aptavit et sua consilia renovavit. Sed Icarus incautus astro Phoebeo appropinquavit: radii ceras odoratas solverunt, miser puer praecipitavit et pelagi undae eum hauserunt.

L’architetto Dedalo aveva inventato molti strumenti da lavoro, come la sega e la trivella. Dopo aver ucciso Talo per gelosia, si rifugiò a Creta e lì costruì il Labirinto. Lì viveva il Minotauro. In seguito Minosse, sovrano dell’isola, chiuse nel Labirinto Dedalo assieme a suo figlio. Ma Dedalo dispose delle penne come sono le canne in una zampogna rustica, le annodò con del lino e le unì con la cera. Quando terminò l’opera, ammonì suo figlio: «Icaro, evita i raggi del Sole, perché possono sciogliere la cera delle ali». Quindi adattò le ali alle spalle del figlio e rinnovò i suoi consigli. Ma Icaro, incauto, si avvicinò al sole: i raggi sciolsero la cera profumata, lo sventurato giovane precipitò e i flutti del mare lo inghiottirono.