Diana salva Ifiginea

In Aulidis portu cum navibus exercituque convenerant rex Agamemnon, expeditionis dux, Ulixes, Ithacae rex, Aiax et Teucer, Salaminorum duces, Nestor, Pyli rex, et Achilles, Pelei Thetidisque filius, Myrmidonum princeps. Tranquillum mare naves in portu detinebat: olim enim a rege Agamemnone cerva Dianae sacra necata erat, itaque dea irata ventorum flatus amoverat Graecorumque discessus impediebatur. Tum Calchantis vatis monitu Graeci Iphigeniae, regis filiae, sacrificium paraverunt. Nuptiarum simulatione virginem ab urbe Mycenis in castra advocaverunt atque in ara posuerunt. Iam sacerdos sacrificium facere incipiebat, sed Diana eius manum retinuit: a dea nubes missa est cervaque pro Iphigenia posita est. Graeci tandem portum linquere potuerunt secundisque ventis Asiam petere.

Nel porto di Aulide si erano radunati, con le navi e l’esercito, il re Agammenone, capo della spedizione ; Ulisse, re di Itaca, Aiace e Teucro, condottieri dei Salamini; Nestore, re di Pilo; Achille, figlio di Peleo e Teti, capo dei Mirmidoni. Il mare calmo tratteneva le navi nel porto: una volta infatti una cerva sacra a Diana era stata uccisa dal re Agammenone: la dea adirata aveva dunque rimosso il soffio dei venti e aveva impedito la partenza dei Greci. Allora, su consiglio dell’indovino Calcante, i Greci prepararono il sacrificio di Ifigenia, la figlia del re. Con il pretesto di un matrimonio fecero arrivare la fanciulla dalla città di Micene all’accampamento e la misero sull’altare. Ormai il sacerdote cominciava a compiere il sacrificio, ma Diana gli trattenne la mano: dalla dea venne mandata una nube e una cerva fu collocata al posto di Ifigenia. I Greci finalmente poterono lasciare il porto e dirigersi in Asia con i venti favorevoli.