Doti di Attico

Mendacium neque dicebat neque pati poterat. itaque eius comitas non sine severitate erat neque gravitas sine facilitate, ut difficile esset intellectu, utrum eum amici magis vererentur an amarent. Quidquid rogabatur, religiose promittebat, quod non liberalis, sed levis arbitrabatur polliceri, quod praestare non posset. Idem in tenendo, quod semel annuisset, tanta erat cura, ut non mandatam, sed suam rem videretur agere. Numquam suscepti negotii eum pertaesum est: suam enim existimationem in ea re agi putabat, qua nihil habebat carius. Quo fiebat, ut omnia Ciceronum, M. Catonis, Q. Hortensii, A. Torquati, multorum praeterea equitum Romanorum negotia procuraret. Ex quo iudicari poterat non inertia, sed iudicio fugisse rei publicae procurationem. Humanitatis vero nullum afferre maius testimonium possum, quam quod adulescens idem seni Sullae fuit iucundissimus, senex adulescenti M. Bruto, cum aequalibus autem suis Q. Hortensio et M. Cicerone sic vixit, ut iudicare difficile sit, cui aetati fuerit aptissimus. Quamquam eum praecipue dilexit Cicero, ut ne frater quidem ei Quintus carior fuerit aut familiarior.

Esperienze di traduzione – Pag.82 n.9 – Cornelio Nepote

Non diceva ne poteva sopportare bugie. Perciò la sua cortesia non era senza serietà e la sua serietà non era senza cortesia, in modo tale che per gli amici fosse difficile a capirsi se dovessero temerlo o amarlo. qualunque cosa gli venisse chiesta la prometteva con scrupolo, poiché pensava di promettere non a caso ma con oculatezza ciò che poteva garantire. Si comportava allo stesso modo nel mantenere ciò che aveva promesso una volta, così grande era la preoccupazione che sembrava compiere non una commissione ma un affare proprio. non si ritirò mai dall’affare intrapreso: pensava infatti che fosse in gioco in quell’impegno la sua reputazione, di cui non aveva nulla di più caro. Per questo accadeva che procurasse tutti gli affari di Cicerone, Catone, Ortensio, Torquato e in più di molti cavalieri romani. Da ciò non si poteva pensare che avesse evitato il governo della città per ignoranza ma per giudizio. Posso dire che non ci fu nessuna prova maggiore della sua umanità, se non che fu adolescente rispetto al vecchio Silla, anziano rispetto al giovane Bruto e visse coi suoi coetanei Cicerone e Ortensio così che è difficile a quale età sarebbe stato più adatto. Nonostante ciò Cicerone lo apprezzò in modo così particolare neanche il fratello Quinto fu a lui più familiare.