Empietà delle tribù galliche

Quod ceterae pro religionibus suis bella suscipiunt, istae contra omnium religiones; illae in bellis gerendis ab dis immortalibus pacem ac veniam petunt, istae cum ipsis dis immortalibus bella gesserunt. Hae sunt nationes quae quondam tam longe ab suis sedibus Delphos usque ad Apollinem Pythium atque ad oraculum orbis terrae vexandum ac spoliandum profectae sunt. Ab isdem gentibus sanctis et in testimonio religiosis obsessum Capitolium est atque ille Iuppiter cuius nomine maiores nostri vinctam testimoniorum fidem esse voluerunt. Postremo his quicquam sanctum ac religiosum videri potest qui, etiam si quando aliquo metu adducti deos placandos esse arbitrantur, humanis hostiis eorum aras ac templa funestant, ut ne religionem quidem colere possint, nisi eam ipsam prius scelere violarint? Quis enim ignorat eos usque ad hanc diem retinere illam immanem ac barbaram consuetudinem hominum immolandorum? Quam ob rem quali fide, quali pietate existimatis esse eos qui etiam deos immortalis arbitrentur hominum scelere et sanguine facillime posse placari?

Nexus – Pag.22 n.5 – Cicerone

le altre affrontano delle guerre per difendere la propria religione; quelle, quando sono in guerra, chiedono il favore e la protezione degli dèi, queste hanno fatto guerra perfino agli dèi immortali. Sono questi i popoli che tanto tempo fa lasciarono i loro luoghi d’origine per spingersi lontanissimo, fino a Delfi, per saccheggiare e spogliare quel santuario di Apollo Pizio che è l’oracolo di del mondo intero; sono sempre questi i popoli tanto pii e rispettosi della santità della deposizione testimoniale che assediarono il Campidoglio e quel Giove che, secondo la volontà dei nostri avi, deve col suo solo nome assicurare con strettissimo vincolo la veridicità delle testimonianze. e per finire, cosa potrebbe esserci di sacro e di religioso per costoro che, se pure talora si dà il caso che qualche timore li spinga a ritenersi in dovere di placare gli dèi, ne contaminano le are e i templi con vittime umane, sicché non sono capaci di attendere nemmeno alle pratiche del culto senza averlo prima addirittura profanato con un empio delitto? Chi infatti ignora che essi continuano a mantenersi fedeli fino a oggi alla orrenda e barbara consuetudine di immolare vittime umane. Di conseguenza, quale buona fede, quale senso del sacro potrebbe, secondo voi, avere della gente che ritiene sia facilissima la possibilità di placare anche gli dei immortali per mezzo di un empio spargimento di sangue umano?