Estrema varietà di pareri

Senex quidam cum adulescentulo filio et asello quem venditurus erat ad mercatum proficiscebatur. Inter vias quidam in agris operas facientes senem culpaverunt, cum neque pater neque filius asellum ascendissent, sed vacuum onere sinerent, cum alter senectute, alter aetate tenera vehiculo egeret. Tum senex adulescentem asino imposuit, ipse pedibus iter faciens. Hoc alii conspicientes, mirabantur quam stultus senex esset quod, adulescente super asinum posito, ipse aetate confectus pedibus asellum sequeretur. Immutato consilio atque adulescente deposito, ipse asinum ascendit. Paulum vero progressus, audivit alios se culpantes, quod parvulum filium, nulla ratione aetatis habita, tamquam servum post se traheret, ipse asello insidens. His verbis permotus, filium asello secum superimposuit. Tum ab aliis interrogatus est cuius esset ille asellus; cum dixisset suum esse, castigatus est verbis, quod nullam curam haberet sui aselli minime apti ad tantum onus. Hic homo, perturbatus tot variis sententiis, quid faceret dubitans, tandem asellum pedibus iunctis ligavit, atque baculo suspensum suo filiique collo superimposuit. Omnibus propter novitatem spectaculi ad risum effusis, ac stultitiam amborum increpantibus, ille indignatus est; supra rivam fluminis consistens, ligatum asinum in flumen deiecit, atque ita amisso asino domum remeavit. Ita bonus vir, dum omnibus parere cupit, nemini satisfaciens, asellum perdidit.

Poggio Bracciolini

Un anziano andava al mercato con un figlio giovinetto ed un asino che aveva intenzione di vendere. Lungo le strade alcuni che lavoravano nei campi incolparono l’anziano, dal momento che né il padre né il figlio erano montati sull’asinello, ma lo lasciavano privo di soma, sebbene uno per la vecchiaia, l’altro per la giovane età avessero bisogno di un mezzo di trasporto. Allora l’anziano mise sull’asino il giovinetto, mentre egli viaggiava a piedi. Altri, vedendo ciò, si meravigliavano di quanto l’anziano fosse stolto perché, posto il giovinetto sull’asino, egli stesso, logorato dall’età, seguiva a piedi l’asinello. Cambiata la decisione e fatto scendere il giovane, egli stesso salì sull’asino. Ma, avanzati un poco, udì altri che lo accusavano, perché trascinava dietro di sé, come uno schiavo, il figlioletto senza tenere alcun conto dell’età, mentre egli sedeva sull’asinello. Colpito da queste parole, mise il figlio con se sull’asino. Allora gli fu chiesto da altri se l’asino fosse suo; avendo risposto che era suo, fu sommerso da parole di rimprovero, perché non aveva alcun rispetto per il suo asinello, per niente adatto ad un peso così grande. Quest’uomo, turbato da tanti pareri diversi, essendo indeciso su cosa fare, alla fine legò l’asinello, dopo avergli unito le zampe, e, appesolo a un bastone, lo mise sul collo suo e del figlio. Essendosi tutti lasciati andare al riso per la stravaganza dello spettacolo, e rimproverando la stupidità di entrambi, quello si indignò; fermandosi sulla riva di un fiume, gettò nel fiume l’asino legato, e così, perso l’asino, ritornò a casa. Così il buon uomo, mentre desiderava accontentare tutti, non soddisfacendo nessuno, perse l’asinello.