Franchezza greca

Dareus, exercitus aspectu admodum laetus, conversus ad Charidemum, percontari coepit, satisne, si proelium commisisset, ei videretur instructus ad obterendum hostem. At ille et suae sortis et regiae superbiae oblitus: «Haec tot gentium moles – inquit – finitimis potest esse terribilis: nitet purpura auroque, fulget armis et opulentia. Sed Macedonum acies, torva sane et inculta, clipeis hastisque immobiles cuneos tegit. Ipsi phalangem vocant, peditum stabile agmen: vir viro, armis arma conserta sunt. Quod imperatur, omnes exaudiunt. Scito te errare, si auri argentique studio eos teneri putes. Illa disciplina paupertate magistra utitur. In illa terra, quae hos genuit, auxilia quaerenda sunt: argentum istud atque aurum ad conducendum militem mitte». Erat Dareo mite ac tractabile ingenium, nisi etiam naturam plerumque fortuna corrumperet. Itaque veritatis inpatiens hospitem ac supplicem, tunc cum maxime utilia suadentem, abstrahi iussit ad capitale supplicium. Ille ne tum quidem libertatis oblitus: «Habeo – inquit – paratum mortis meae ultorem».

Curzio Rufo

Dario, molto compiaciuto della vista dell’esercito, rivoltosi a Caridemo, cominciò a domandare se gli sembrasse sufficientemente equipaggiato per distruggere il nemico, nel caso in cui avesse attaccato battaglia. Ma quello, dimentico della propria sorte e dell’arroganza del re, disse: «Questa massa di tante genti può essere terribile per i popoli confinanti: risplende d’oro e di porpora, rifulge di armi e di ricchezza. Ma l’esercito dei Macedoni, senza dubbio terribile e selvaggio, cela con scudi e lance schieramenti saldi. Essi stessi la chiamano falange, un solida colonna di fanti: il soldato è serrato al soldato, le armi (sono serrate) alle armi. Tutti sentono ciò che viene ordinato. Sappi che sbagli, se pensi che siano tenuti insieme dalla brama di oro e di argento. Quella disciplina si serve della povertà come maestra. In quella terra, che li ha generati, bisogna cercare rinforzi: manda questo argento e oro per arruolare soldati». Dario aveva un’indole mite e malleabile, se la sorte generalmente non corrompesse anche l’indole. Pertanto, incapace di sopportare la verità, ordinò che l’ospite e supplice, che pur gli consigliava allora cose molto utili, fosse condotto a morte. Quello, non dimentico neppure allora dello spirito di libertà, disse: «Ho pronto il vendicatore della mia morte».