Frisso e l’ariete dal vello d’oro

Phrixus et Helle cum in silva errarent, Nebula mater eorum dicitur venisse et arietem inauratum adduxisse, Neptuni et Theophanes filium. In quem iuvenes ascendere iussi sunt et Colchos ad regem Aeetam, Solis filium, transire ibique arietem Marti immolare. Qui cum ascendissent, Helle de ariete in pelagus decidit, ex qua mare Hellespontum traditur appellatum esse, Phrixus autem Colchos pervenit. Ibi matris praeceptis arietem immolavit pellemque eius inauratam in templo Martis posuit, quam, servante dracone, Iason dicitur petisse. Phrixum autem Aeeta libens recepit filiamque suam ei uxorem dedit, quae postea ex eo liberos procreavit. Sed veritus ne se a regno eiceret, quod responsum erat ex prodigiis ut ab advena filio mortem caveret, interficere Phrixum Aeetae visum est.

Igino

Si narra che mentre Frisso ed Elle si aggiravano nella selva, giunse la loro madre Nuvola e portò con sè un ariete dal vello d’oro, figlio di Nettuno e Teofane. Venne ordinato ai giovani di salire su di esso e di recarsi nella Colchide dal re Eeta, figlio del Sole, e là di immolare l’ariete a Marte. Dopo che essi si erano alzati in volo, Elle cadde dall’ariete in mare, per questo si tramanda che il mare fu chiamato Ellesponto, Frisso invece arrivò nella Colchide. Qui immolò l’ariete secondo gli ordini della madre e pose nel tempio di Marte il suo vello d’oro, che, sebbene un drago lo sorvegliasse, si dice che Giasone lo andò a prendere. Poi Eeta, lieto, accolse Frisso e gli diede in moglie sua figlia, che in seguito da lui procreò dei figli. Ma temendo che lo scacciasse dal regno, perché in base ai presagi era stato dato il responso che stesse attento alla morte da parte di un figlio straniero, a Eeta sembrò opportuno uccidere Frisso.