Giuba e Petreio scelgano di morire con onore (Bellum Africum)

Rex interim luba ut ex proelio fugerat, una cum Petreio interdiu in villis latitando, tandem, nocturnis itineribus confectis, in regnum pervenit atque ad oppidum Zamam, ubi ipse domicilium, coniuges liberosque habebat, quo ex cuncto regno omnem pecuniam carissimasque res comportaverat quodque inito bello operibus maximis muniverat, accedit. Quem autem oppidani, rumore exoptato de Caesaris victoria audito, oppido prohibuerunt. Ab omnibus civitatibus exclusus, desperata salute, cum iam omnia conatus esset, cum Petreio, ut cum virtute vitam amitterent, ferro inter se depugnant, atque firmior imbecilliorem lubam Petreius facile ferro consumpsit. Deinde ipse sibi cum conaretur gladio traicere pectus nec posset, precibus a servo suo impetravit ut se interficeret, idque obtinuit.

Intanto il re Giuba, dopo esser fuggito dalla battaglia, insieme con Petreio stando nascosto durante il giorno nelle fattorie, infine, avendo compiuto i tragitti di notte, giunse nel suo regno e arrivò davanti alla città di Zama, dove egli aveva l’abitazione, le mogli e i figli, in cui aveva da tutto il regno trasportato tutto il denaro e cose di moltissimo valore e che all’inizio della guerra aveva fortificato con le più grandi opere di difesa. Ma gli abitanti, udita la voce vivamente agognata della vittoria di Cesare, lo respinsero dalla città. Allontanato da tutti i concittadini, perduta la speranza di salvezza, avendo ormai tentato ogni cosa, con Petreio combatterono tra loro con la spada per perdere la vita con onore e Petreio più vigoroso ammazzò facilmente con la spada il più debole Giuba. Quindi, poiché tentava di trafiggersi il petto con la spada e non ci riusciva, impetrò con le preghiere da un suo servo che lo uccidesse, e l’ottenne.