I Druidi

Sacerdotes a Gallis Druides appellantur. Druides viri sapientes et docti sunt, qui (“i quali”, nom. plur. m.) de omnibus controversiis (controversia, ae, f. “controversia”) acri mente decernunt et praemia poenasque constituunt (“stabiliscono”). Si Gallus dives aut pauper iudiciis eorum (“ai loro giudizi”) non paruit, sacriiciis interdicunt (“lo bandiscono dalle cerimonie religiose”). Haec (“questa”, nom. sing. f.) poena apud Gallos gravis et turpis est. Nam, si homines sacriiciis interdicti sunt, impii (“empi”) existimantur: his (“da questi”, abl. plur. m.) omnes decedunt, sermonem vitant neque his (“a questi”, dat. plur. m.), quamquam supplices a Druidibus veniam (“perdono”) petunt, ius redditur. Mox infelices et inopes a civitate ad loca sivestria expelluntur ac vitam animalibus similem agere coguntur. Omnibus Druidibus praeest unus (“uno solo è a capo” + dativo), qui (“il quale”, nom. sing. m.) princeps inter pares non est, sed summam auctoritatem (“la più alta autorità”) habet.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.138 n.20 – Cesare

I sacerdoti vengono denominati dai Galli “Druidi”. I Druidi sono uomini saggi e dotti, che con mente acuta deliberano riguardo tutte le controversie e stabiliscono le ricompense e le pene. Se un Gallo ricco o povero non ha obbedito ai loro giudizi, lo bandiscono dalle cerimonie religiose. Questa punizione presso i Galli è grave e turpe. Infatti, se degli uomini sono stati banditi dalle cerimonie religiose, sono ritenuti empi: tutti si allontanano da questi, evitano di parlarci né a questi viene resa la facoltà, sebbene supplichevoli chiedano perdono ai Druidi. Subito, infelici e poveri, vengono cacciati dalla città verso luoghi boscosi e sono costretti a condurre una vita simile a quella degli animali. Uno solo è a capo dei Druidi, il quale non è primo tra i pari, ma ha la più alta autorità.