I premi e i castighi dei soldati romani

Romani virtutem militarem tantum laudabant ut multa praemia militibus instituerint.
Milites, qui aliquid egregie egerant, apud contionem imperator laudabat.
Ob maiora facta Romani donabant phaleras vel torques.
Miles qui primus, in expugnatione, murum oppidi ascenderat coronam muralem accipiebat. Si quis vitam civis Romani in pugna servaverat coronam civicam accipiebat.
Haec praemia non per se pretiosa erant sed tantum onorem et tantam gloriam afferebant ut nemo ea despiceret.
Ignavos milites contra, Romani variis poenis puniebant.
Eum, qui locum suum deseruerat, virgis caedebant aut etiam caput eis praecidebant.
Ob leviores culpas poenae minores erant: stipendio enim vel praedae parte quodam reum privabant.
Hoc modo inter Romanorum milites pauci parum strenue pugnabant.

I romani tanto apprezzavano il valore militare che istituirono molti premi per i soldati. Il comandante elogiava davanti all’assemblea i soldati che avevano compiuto qualche cosa egregiamente.
Per imprese maggiori i Romani donavano falere e ghirlande. Il soldato che per primo aveva scalato il muro della città nell’assalto riceveva la corona murale.
Se qualcuno aveva salvato la vita di un cittadino romano in battaglia riceveva la corona civica.
Questi premi non erano preziosi per se stessi, ma procuravano tanto onore e tanta gloria che nessuno li disprezzava.
I romani invece punivano con vari castighi i soldati vili.
Percuotevano con verghe chi aveva abbandonato il suo posto o tuttora tagliavano la sua testa.
Pere colpe più lievi, minori erano i castighi: infatti privavano il colpevole della paga o di una parte del bottino.
In questo modo pochi dei soldati romani combattevano non abbastanza valorosamente.