I soldati di Pompeo soffrono la sete (III)

(Caesaris milites) libenter etiam ex perfugis cognoscebant (Pompeianos) aquae summa inopia adfectos. Omnia enim flumina atque omnes rivos qui ad mare pertinebant Caesar aut averterat aut magnis operibus obstruxerat atque, ut erant loca montuosa et ad specus angustiae vallium, has sublicis in terram demissis praesepserat terramque aggesserat, ut aquam continerent. Ita illi necessario loca sequi demissa ac palustria et puteos fodere cogebantur atque hunc laborem ad cotidiana opera addebant; qui tamen fontes a quibusdam praesidiis aberant longius et celeriter aestibus exarescebant. At Caesaris exercitus optima veletudine summaque aquae copia utebatur, tum commeatus omni genere praeter frumentum abundabat.

Comprendere e Tradurre (2) – Pag.358 n.12 – Cesare

(I soladati di Cesare) con piacere venivano anche a sapere dai disertori che (Pompeiani) dall’assoluta mancanza di acqua. Infatti tutti i fiumi e i ruscelli che si dirigevano al mare Cesare o li aveva fatti deviare o li aveva sbarrati con grandi lavori ed essendo le valli a causa delle asperità dei luoghi strette e di difficile transito egli le aveva sbarrate piantando per terra dei pali e ammassando contro di essi della terra per trattenere l’acqua. E così i nemici erano per necessità costretti a cercare luoghi bassi e paludosi ove scavare dei pozzi e questa fatica si aggiungeva ai lavori quotidiani. Ma quelle sorgenti si trovavano troppo lontane da alcuni presidi e inoltre per il caldo velocemente si prosciugavano. Al contrario l’esercito di Cesare godeva ottima salute aveva acqua in grande abbondanza e vettovaglie di ogni genere ad eccezione del frumento in grande quantità.