I vincoli di sangue

Nemo est qui liberos suos non amet; nullus filius nec ulla filia, qui non ament parentes suos. Hoc in animalium quoque moribus invenimus: nulla est fera, quae natos suos non alat summa cura, nec ullus est ferarum parvulus, qui matri suae non pareat. Nihil tam cito cognoscimus quam oscula matris, nullius vultum aspicimus prius quam illius, nemini prius respondimus quam matri aut patri. Neutrius ex mente nostra discedet imago, nec quicquam memoriam eorum delebit. Sic nullum est vinculum amoris maius quam fratrum et sororum, nec ullos amicos amamus magis quam eos, quibuscum in eadem domo crevimus.

Cicerone

Non c’è nessuno che non ami i suoi figli; nessun figlio e nessuna figlia, che non ami i loro genitori. Questo lo ritroviamo anche nei costumi degli animali: non esiste nessuna belva che non alimenti e curi i suoi cuccioli, né alcun piccolo, fra le belve, che non riconosca sua madre. Non conosciamo niente di più istintivo dei baci della madre, non conosciamo nessun volto prima di quello, a nessuno rispondiamo prima che alla madre e al padre. Dalla nostra mente emerge l’immagine di entrambi, e niente cancellerà il loro ricordo. Così, non c’è vincolo d’amore più grande che quello fra fratelli e sorelle, né amiamo alcun amico di più di coloro con i quali crescemmo nella medesima casa.