Ificrate introduce novità nell’equipaggiamento della fanteria

Iphicrates Atheniensis clarior disciplina militari quam magnitudine rerum gestarum putatus est. Fuit enim talis dux, ut non solum aetatis suae cum primis compararetur, sed ne alius dux quidem anteponeretur. Multum vero bellis interfuit, saepe exercitibus praefuit, nusquam culpa male rem gessit, semper consilio vicit tantumque eo valuit, ut multa in re militari partim nova adduxerit, partim eicientiora fecerit. Namque ille pedestria arma mutavit. Cum (“Mentre”, con valore avversativo) ante illum imperatorem magnis clipeis, brevibus hastis, minutis gladiis pugnarent, ille e contrario peltam pro parma fecit (a quo postea peltastae pedites appellabantur), ut ad motus concursusque essent leviores, hastae modum duplicavit, gladios longiores fecit. Idem genus loricarum mutavit et pro sertis (“maglie intrecciate”) atque aeneis linteas dedit. Quo facto expeditiores milites reddidit: nam pondere detracto, milites sublevati sunt ita ut aeque corpus tegeretur et levius esset. Bellum cum hracibus gessit; Seuthen (“Seute”), socium Atheniensium, in regnum restituit. Apud Corinthum tanta severitate exercitui praefuit, ut numquam in Graecia exercitatiores copiae et propensiores ad oicia exercitu Iphicratis fuerint, in eamque consuetudinem induxit, ut, cum proelii signum ab imperatore esset datum, sine ducis opera ordinatae velocius consisterent. Hoc exercitu moram Lacedaemoniorum interfecit, quod valdius tota celebratum est Graecia.

Ad litteram – Esercizi 1 – Pag.269 n.8 – Cornelio Nepote

L’Ateniese Ificrate fu considerato più famoso per la disciplina militare che per la grandezza delle (sue) imprese. Infatti fu un condottiero tale che non solo era paragonato ai primi (personaggi) della sua epoca, ma neppure un altro comandante gli si era anteposto. In vero molto partecipò alle guerre, spesso fu a capo di eserciti, non condusse mai male una cosa per colpa, vinse sempre con la strategia ed egli fu tanto valido che in parte introdusse nuove cose nella realtà militare, in parte le rese migliori. Infatti egli cambiò le armi dei fanti. Mentre prima di lui come comandante (i fanti) combattevano con grandi scudi, lance corte e spade piccole, al contrario lui, usò la pelta al posto della parma (da cui poi i fanti erano chiamati peltasti), affinché fossero più leggeri per il movimento e gli attacchi, raddoppiò la lunghezza della lancia, rese le spade più lunghe. Parimenti cambiò il tipo di corazze e al posto delle maglie intrecciate e di bronzo le fornì di lino. Con questo accorgimento rese i soldati più agili: infatti, tolto il peso, i soldati furono alleggeriti così che parimenti il corpo veniva protetto ed era più leggero.
Combatté con i Traci; rimise sul trono Seute, alleato degli Ateniesi. Presso Corinto fu a capo dell’esercito con così tanta serietà che mai in Grecia nessuna truppa fu più esercitata e propensa agli ordini dell’esercito di Ificrate, e lo portò ad una tale consuetudine che, quando veniva dato il segnale del combattimento dal comandante, senza l’intervento del comandante si sistemavano ordinate alquanto velocemente. Con questo esercito annientò un reparto degli Spartani, cosa che fu celebrata moltissimo in tutta la Grecia.