Il nibbio e l’usignolo

In fago canorae lusciniae nidus erat. Milvus accurrit, lusciniae pullos in nido invenit et vorare bestiolas cupit. Sed luscinia venit et misericordiam implorat. Tum milvus dicit: «Si (=se) bene canes, clementiam meam habebis». Luscinia pavida et maesta saevo milvo paret et bene suaviterque canit. Sed milvus lusciniae: «Bene certe non canis, pullos tuos teneros igitur vorabo». Et statim miseros pullos laniat. Sed paulo post agricola advenit et sagittis milvum necat. Nequitia – sic fabella docet – interdum iustitia vincitur.

Fedro

Su un faggio c’era il nido di un melodioso usignolo. Accorre un nibbio, trova nel nido un pulcino dell’usignolo e desidera divorare l’animaletto. Ma l’usignolo arriva e chiede pietà. Allora il crudele nibbio dice: «Se canterai bene, avrai la mia clemenza». Il pavido e mesto usignolo obbedisce all’usignolo e canta bene e dolcemente. Ma il nibbio all’usignolo: «Senza dubbio non canti bene, dunque divorerò il tuo tenero pulcino». E subito dilania il povero pulcino. Ma poco dopo arriva un contadino e uccide il nibbio con le frecce. La malvagità – così insegna la storiella – talvolta è vinta dalla giustizia.