Il poeta Zoilo

Zoilus, qui Homeromastix appellabatur, Alexandriam venisse suaque scripta contra Iliadem et Odysseam comparata Ptolomaeo regi recitavisse narratur. Rex vero, cum animadvertisset Homerum, poetarum parentem, absentem vexari et vituperari ab eo cuius scripta ab cunctis gentibus suspicerentur, indignans nullam mercedem ei dedit. Zoilus autem, inopia pressus, summisit ad regem postulans, ut aliquid sibi tribueretur. Rex vero respondisse dicitur Homerum, qui ante annos mille decessisset, aevo perpetuo multa milia hominum pascere. Mors Zoili varie narratur. Alii enim scripserunt a Philadelpho in crucem fixum esse, alii Zmyrnae vivum in Pyram coniectum.

Si narra che Zoilo, che era chiamato la frusta di Omero, giunse ad Alessandria e lesse al re Tolomeo i suoi scritti preparati contro l’Iliade e l’Odissea. Ma il re, avendo constatato che Omero, il padre dei poeti, sebbene assente, veniva criticato e biasimato da quello i cui scritti erano guardati con sospetto da tutte le genti, sdegnato non gli diede nessuna ricompensa. Poi Zoilo, oppresso dalla povertà, si umiliò davanti al re chiedendo che gli si donasse qualche cosa. Però il re, si dice, gli rispose che Omero, che era morto mille anni prima, nutriva molte migliaia di uomini da tempo ininterrotto. La morte di Zoilo viene raccontata in modo diverso. Infatti alcuni hanno scritto che era stato crocifisso a Filadelfo, altri che era stato gettato vivo sul rogo a Smirne.