Il ratto delle Sabine (I)

Romanorum dominium apud Latii populos iam valde validum erat, sed nullae feminae Romanis erant et viri feminarum penuriam aegre tolerabant. Frustra Romulus legatos ad nonnullos vicinos populos mittebat et conubia petebat: nam alii legatorum verba spernebant, alii Romanorum postulata magna cum arrogantia recusabant. Romani iniuriam bello vindicare cogitabant, sed Romulus unus callidum consilium adhibebat: magnos ludos Neptuno parat et finitimos ad spectacula invitat. Itaque multi Romam conveniebant, imprimis Sabini cum feminis et liberis.

Grammatica Picta – Pag.109 n.43

Il dominio dei Romani presso le popolazioni del Lazio era già molto forte, ma i Romani non avevano nessuna donna e gli uomini sopportavano di malanimo la mancanza di donne. Invano Romolo mandava ambasciatori in parecchi popoli vicini e chiedeva unioni: infatti alcuni disprezzavano le parole degli ambasciatori, altri rifiutavano le richieste dei Romani con grande arroganza. I Romani pensavano di vendicare l’offesa con la guerra, ma il solo Romolo si avvaleva di un astuto piano: allestisce dei grandi spettacoli per Nettuno e invita i popoli confinanti agli spettacoli. Pertanto molti convenivano a Roma, in primo luogo i Sabini con le donne e i figli.