Il ratto delle Sabine (II)

Romani nonnullos advenas per vias oppidi laeti circumducebant, nova aedificia et alia ostendebant, convivia magna cum copia finitimis instruebant. At cum tandem ludorum hora veniebat virorumque animi ad spectaculum intenti erant, extemplo Romani Sabinorum filias rapiebant et in sua tecta abducebant. Statim ludi interrumpebantur; Sabini, valde irati, Romanorum iniuriam vindicare cupiebant et ad arma concurrebant. Magnum bellum erat, sed Sabinae inter tela magna cum audacia clamabant: «Pugnam dimittite! Utrosque populos amamus: Sabinos, nam Sabinae sumus, sed etiam Romanos, nam viros Romanos nunc habemus». Tum uterque populus tacebat et pugnare desinebat. Inde Romani et Sabini regnum consociabant et populum unum faciebant.

Grammatica Picta – Pag.109 n.44

I Romani conducevano lieti parecchi forestieri per le strade della città, mostravano i nuovi edifici e altre cose, preparavano per i popoli confinanti banchetti con grande abbondanza. Ma quando finalmente giungeva l’ora degli spettacoli e gli animi degli uomini erano attenti allo spettacolo, all’improvviso i Romani rapivano le figlie dei Sabini e le portavano via nelle loro dimore. Subito gli spettacoli si interrompevano; i Sabini, molto adirati, desideravano vendicare l’offesa dei Romani e correvano alle armi. La guerra era grande, ma le Sabine con grande coraggio gridavano tra i dardi: «Lasciate perdere la battaglia! Amiamo entrambi i popoli: i Sabini, infatti siamo Sabine, ma anche i Romani, infatti adesso abbiamo mariti Romani». Allora entrambi i popoli tacevano e smettevano di combattere. Quindi i Romani e i Sabini associavano il regno e creavano un solo popolo.