Il secondo voltafaccia di Alcibiade

Neque vero Lacedaemonii his rebus tam amici Alcibiadi sunt facti quam timore ab eo alienati. Nam cum acerrimi viri praestantem prudentiam in omnibus rebus cognoscerent, pertimuerunt ne caritate patriae ductus aliquando ab ipsis descisceret et cum suis in gratiam rediret. Itaque tempus eius interficiendi quaerere instituerunt. Alcibiades autem ea erat sagacitate, ut decipi non posset. Itaque ad Tissaphernem, praefectum regis Darii, se contulit. Cuius cum in intimam amicitiam pervenisset, initio cum Pisandro praetore, qui apud Samum exercitum habebat, per internuntios colloquitur et de reditu suo facit mentionem. Ab hoc destitutus, primum per Thrasybulum ab exercitu recipitur praetorque fit apud Samum; post suffragante Theramene populi scito restituitur parique absens imperio praeficitur simul cum Thrasybulo et Theramene. Horum in imperio tanta commutatio rerum facta est, ut Lacedaemonii, qui paulo ante victores viguerant, perterriti pacem peterent.

A scuola di latino – Pag.18 n.40 – Cornelio Nepote

In realtà queste vicende non resero tanto gli Spartani amici di Alcibiade quanto li allontanarono da lui per timore. Infatti, conoscendo la notevole abilità in ogni campo di quell’uomo tenacissimo, ebbero molta paura che, trascinato dall’amore per la patria, si staccasse un giorno da loro e si riconciliasse con i suoi. Quindi decisero di cercare l’occasione favorevole per assassinarlo. Ma Alcibiade era di una tale sagacia da non poter essere tratto in inganno. Pertanto si recò da Tissaferne, satrapo del re Dario. Dopo essere entrato in intima amicizia con costui, da principio trattò per mezzo di intermediari col pretore Pisandro, che aveva l’esercito vicino a Samo, e gli fece un accenno del suo ritorno. Abbandonato da costui, dapprima grazie a Trasibulo venne accettato dall’esercito e fatto pretore presso Samo; poi coll’appoggio di Teramene fu riabilitato da un plebiscito e, mentre era assente, fu messo a capo con pari poteri insieme a Trasibulo e a Teramene. Sotto il loro comando si capovolse la situazione, al punto che gli Spartani, che poco prima erano stati potenti e vittoriosi, spaventati chiesero la pace.