Il supplizio di Tantalo

Tantalus, Lydorum rex, clarus inter homines ob magnas divitias erat et a diis amabatur; saepe in Olympum vocabatur atque ad Superorum epulas admittebatur. Sed Tantalus in caelo sermones divinos audiebat et in terra numinum consilia hominibus aperiebat. Olim praeterea nectar, divinam potionem, et ambrosiam divinam subtrahit. Tum deorum hominumque pater iratus renuntiat: «Ob tanta facinora Tantalus non solum ex Olympo pelletur, sed etiam saeva poena in Inferis punietur et aeterno supplicio excruciabitur». In palude Stygia enim Tantalus continenter stat, sed si os ad aquam admovit, aqua statim recedit; de arboribus multa ac iucunda poma ante Tantali oculos pendunt sed, si miser brachium sublevat, arborum rami ad caelum vento extolluntur.

Tantalo, re dei Lidi, era celebre tra gli uomini per la grande ricchezza ed era amato dagli dèi; spesso era invitato sull’Olimpo ed era ammesso ai banchetti degli dèi. Ma Tantalo in cielo ascoltava i discorsi divini e sulla terra rivelava agli uomini i progetti degli dèi. Un giorno inoltre ruba il nettare, bevanda divina, e l’ambrosia divina. Allora il padre degli dèi e degli uomini, irato, dichiara: «A causa dei tanto gravi misfatti Tantalo non solo sarà cacciato dall’Olimpo, ma sarà anche punito negli Inferi con un duro castigo e sarà tormentato da un supplizio eterno». Infatti Tantalo sta continuamente nella palude Stigia, ma se avvicina la bocca all’acqua, l’acqua subito si allontana; dagli alberi pendono molti e bei frutti davanti agli occhi di Tantalo ma, se lo sventurato solleva il braccio, i rami degli alberi sono alzati dal vento verso il cielo.