Il topo di campagna e il topo di città

Olim rusticus mus urbanum murem, veterem amicum suum, ad cenam invitavit. In squalido cavo antiquae turris tenues dapes hospiti apposuit: semesas casei crustas, grana cicerum et adoris, uvas aridas et duras glandes. Conviva fastidiosus cibos vix dente superbo tangebat, donec prorupit: «Cur, amice, vitam miseram toleras inter imbres et frigora? Cur tam viles epulas non fastidi? Migra in urbem: ibi omnium deliciarum etiam muribus copia est». Placuit consilium rustico muri et in magnificam domum urbanam cum comite migravit. Dum autem exquisita cibaria rodunt, subito fores crepant, conclavium lacunaria clamoribus resonant, irrumpunt servi cum canibus. Mus urbanus in notas cavernas confugit; comes autem, ignarus loci, amens terrore per parietes cursitare instituit. Postquam servi et canes recesserant, mus rusticus urbano dixit: «Vale, amici mi; tu in urbe mane cum exquisitis cibis tuis, ego rus reverto ad meam pauperem sed securam vitam».

Un giorno un topo di campagna invitò a cena un topo di città, suo vecchio amico. Servì all’ospite modeste vivande in una squallida cavità di un’antica torre: croste di formaggio mezze mangiate, grani di ceci e di frumento, acini di uva passa e ghiande dure. Il convitato, schizzinoso, a malapena toccava i cibi con il dente superbo, finché proruppe: «Perché, amico, sopporti (questa) misera vita tra le piogge e il gelo? Perché non provi disgusto per cibi tanto umili? Trasferisciti in città: là c’è abbondanza di tutte le delizie anche per i topi». Il consiglio piacque al topo di campagna e si trasferì in una splendida casa di città con il compagno. Ma, mentre rosicchiano squisite vivande, improvvisamente le porte scricchiolano, i soffitti delle stanze riecheggiano di grida, irrompono dei servi con i cani. Il topo di città si rifugia in tane conosciute; ma il compagno, ignaro del luogo, impazzito di paura, inizia a correre qua e là per le pareti. Dopo che i servi e i cani se ne erano andati, il topo di campagna disse a quello di città: «Ti saluto, amico mio; tu resta in città con i tuoi cibi squisiti, io ritorno in campagna alla mia povera ma sicura vita».