Ingegnosi sistemi di comunicazione (Frontino)

Octavianus, cum belli artem discere vellet, avunculum in Hispaniam comitatus est. Postea Apolloniam, in Illyriae urbem tum florentissimam se contulit. Avunculi morte audita, Romam rediit et, in Latio exercitu collecto, auxilium tulit Decimo Bruto, qui ab Antonio Mutinae obsidebatur. Cum in hanc urbem intrare non posset, quia ab hostibus intercludebatur, Brutum autem de suo adventu et de omnibus rebus, quas facturus erat, certiorem facere vellet, ei epistulas in levibus laminis inscriptas immisit, quas fluminis undis commisit, quod per urbem intra moenia praeterfluebat. Postea aliud consilium securius secutus est. Quo epistulae celerius ad Brutum perferrentur, eas ad colla columbarum, quas diu in caveis inclusas ac sine cibo tenuerat, adligavit. Simul ac columbae, lucis cibique avidae, e caveis emittebantur, Mutinam petebant, ubi a Bruti militibus, qui grana frumenti in tectis posuerant, sine ulla difficultate capiebantur.

Frontino

Ottaviano, volendo apprendere l’arte della guerra, accompagnò lo zio in Spagna. In seguito si recò ad Apollonia, allora fiorentissima città nell’Illiria. Appresa la notizia della morte dello zio, ritornò a Roma e, radunato un esercito nel Lazio, portò aiuto a Decimo Bruto, che era assediato da Antonio a Modena. Non potendo entrare in questa città, perché era tenuto lontano dai nemici, ma volendo informare Bruto del suo arrivo e di tutte le operazioni che aveva intenzione di fare, gli mandò una lettera scritta su delle lamine leggere, che affidò alle onde del fiume, che scorreva dentro le mura attraverso la città. Seguì poi un’altra decisione più sicura. Affinché la lettera fosse recata più velocemente a Bruto, la legò al collo di colombe che aveva tenuto a lungo chiuse dentro le gabbie e senza cibo. Non appena le colombe, avide di cibo e di luce, venivano fatte uscire dalle gabbie, si dirigevano verso Modena, dove venivano prese senza alcuna difficoltà dai soldati di Bruto, che avevano messo sui tetti chicchi di grano.