La battaglia di Maratona (2)

In tanto discrimine nulla civitas Atheniensibus auxilium prabuit: Plataeenses tantum copias miserunt. Graeca manus flagrabat mirabili pugnae cupiditate: ideo Miltiadis sententia valuit. Miltiadis ergo iussu, Athenienses copias ex urbe eduxerunt locoque idoneo castra fecerunt. Dein postero die sub montis radicibus in regione non aperta (namque arbores multis locis erant rarae) proelium commiserunt: montium altitudine Graeci tegebantur et arborum tractu equitatus hostum impediebatur. Datis etsi non aequum locum videbat suis, tamen fretus numero copiarum suarum, priusquam Lacedaemonii subsidio venirent, confligere cupiebat. Itaque proelium commisit. Sed Athenienses decemplicem numerum hostium profligaverunt et Persae non castra, sed naves petiverunt. Nulla umquam tam exigua manus tantas opes prostravit.

Grammatica Picta (1) – Pag.222 n.12

In un momento di pericolo tanto grande, nessuna città fornì aiuto agli Ateniesi: soltanto gli abitanti di Platea mandarono delle truppe. L’esercito Greco ardeva di uno straordinario desiderio di battaglia: e perciò, il parere di Milziade ebbe la meglio. Dunque, su ordine di Milziade, gli Ateniesi fecero uscire le truppe dalla città e realizzarono un accampamento in un luogo opportuno. Poi, il giorno successivo, ingaggiarono il combattimento sotto le pendici di un monte, in una zona non aperta (infatti, in molti punti, c’erano alberi radi): i Greci venivano protetti dall’altezza dei monti e la cavalleria dei nemici era ostacolata dalla distesa degli alberi. Dati, anche se vedeva il luogo non vantaggioso per i suoi, tuttavia, confidando nel numero delle proprie truppe, desiderava scontrarsi prima che gli Spartani venissero in aiuto. E così ingaggiò il combattimento. Ma gli Ateniesi sconfissero il numero dieci volte superiore dei nemici e i Persiani non si diressero all’accampamento, ma alle navi. Nessun esercito tanto esiguo sbaragliò mai truppe tanto grandi.