La buona salute dell’esercito

Nunc quemadmodum sanîtas custodiatur exercitus admonebo. Ne in pestilenti regione apud morbosas paludes, ne in aridis et sine opacitate arborum campis aut collibus castra collocentur; ne aestate sine tentoriis milites commorerentur neve tardius egrediantur, ne calore solis et fatigatione itinêeris contrahant morbum, sed potius ante lucem coepto itinere ad locum constitutum perveniant. Ne saeva hieme iter per nives ac pruinas noctibus faciant neve lignorum aut vestium inopiam patiantur: miles enim, qui algere compellitur, expeditioni idoneus esse non potest. Ne perniciosis vel palustribus aquis utatur exercitus: nam malae aquae potus, veneno similis, pestilentiam bibentibus generat. Hoc casu aegri milites oportunis cibis reficiantur ac medicorum arte curentur. Sed sanitati militum magis cotidiana armorum exercitia quam medici prosunt. Itaque pedites sine intermissione imbribus vel nivibus sub tecto, reliquis diebus in campo se exerceant, equites non solum in planis sed etiam in abruptis et difficillimis semitis seque et equos suos assidue exerceant, ne quid incognitum in proeliis his accidere possit.

Maiorum Lingua C – Pag.158 n.242 – Vegezio

Ora ricorderò come preservare la salute dell’esercito. L’accampamento non sia collocato in una zona malsana vicino a paludi infette, in campi aridi e privi dell’ombra degli alberi o su colline; i soldati non si fermino d’estate senza tende né escano troppo lentamente, non contraggano un malanno dal calore del sole e dalla fatica del viaggio, ma piuttosto iniziato il cammino prima dell’alba giungano al luogo stabilito. Non viaggino durante un inverno crudo nella neve e nella brina notturna, né sopportino la mancanza di legna o di vestiti: il soldato infatti che è spinto dal gelo non può essere adatto ad una spedizione. L’esercito non usi acque nocive o di palude: bere le acque malsane, infatti, simile a bere veleno, genera contagio in chi beve. In questo caso i soldati malati siano ristorati con cibo e siano curati dalla scienza medica. Ma alla salute dei soldati giovano più dei medici gli esercizi quotidiani con le armi. Così i fanti, senza l’intervento delle piogge o della neve sul tetto, passati i giorni nel campo, si tengano in esercizio, i cavalieri allenino assiduamente se stessi e i cavalli non solo su sentieri pianeggianti ma anche in vie impervie e difficilissime, affinché nelle battaglie non possa accadere loro alcunché di sconosciuto.