La condivisione è alla base del vivere in società

Detrahere alteri aliquid et hominem hominis incommodo suum commodum augere magis est contra naturam quam mors, quam paupertas, quam dolor, quam cetera, quae possunt aut corpori accidere aut rebus externis. Nam principio tollit convictum humanum et societatem. Si enim sic erimus adfecti, ut propter suum quisque emolumentum spoliet aut violet alterum, disrumpi necesse est eam, quae maxime est secundum naturam, humani generis societatem. Ut, si unum quodque membrum sensum hunc haberet, ut posse putaret se valere, si proximi membri valitudinem ad se traduxisset, debilitari et interire totum corpus necesse esset, sic si unusquisque nostrum ad se rapiat commoda aliorum detrahatque quod cuique possit, emolumenti sui gratia, societas hominum et communitas evertatur necesse est. Nam sibi ut quisque malit, quod ad usum vitae pertineat, quam alteri adquirere, concessum est non repugnante natura, illud natura non patitur, ut aliorum spoliis nostras facultates, copias, opes augeamus.

Sottrarre qualcosa a un altro e che un uomo accresca il proprio vantaggio a danno di un (altro) uomo è più contro natura della morte, della povertà, del dolore, delle altre cose che possono o accadere al corpo o ai beni esterni. Infatti in primo luogo elimina la convivenza e la società umana. Se infatti saremo disposti in modo tale che ognuno depredi o danneggi un altro per il proprio vantaggio, è inevitabile che venga infranta quella società umana (lett. del genere umano), che è la cosa più secondo natura. Come sarebbe inevitabile che l’intero corpo si indebolirebbe e perirebbe, se ciascun membro avesse questo modo di pensare, (cioè) di ritenere di poter star bene, se avesse tratto in sé la salute del membro più vicino, così se ciascuno di noi si prendesse i beni degli altri e togliesse a ciascuno ciò che possa, per il proprio vantaggio, è inevitabile che la società degli uomini venga sovvertita. Infatti che ciascuno preferisca procurare per sé, ciò che riguarda l’uso della vita, anziché per un altro, lo si è ammesso, poiché non si oppone la natura, ma la natura non tollera che con le spoglie degli altri aumentiamo le nostre sostanze, ricchezze e potenza.