La disperata difesa di Troia nel racconto di Enea

Nec soli Teucri occidunt: quondam etiam victores Danai cadunt. Ubique crudelis luctus, ubique pavor et mortis imago. Primus Androgeos (“Androgeo”, nom.), magna comitum caterva, obviam nobis venit, nos socia agmina esse credens, inscius, atque ultro verbis amicis nos compellat: «Nolite tardare! Alii iam Troiam incendunt vastantque, hostes occidunt; vos, vero, sera segnitie affecti, hic (avv.) manere vultis?». Dixit et extemplo animadvertit se in medios hostes esse. Ille, ergo, obstipuit retroque pedem cum voce repressit. Nos inruimus, eum et eius viros armis circumfundimus, eosque sternimus.

Né i soli Troiani muoiono: talvolta anche i Greci vincitori cadono. Ovunque il crudele lutto, ovunque la paura e l’immagine della morte. Per primo Androgeo, con una grande schiera di compagni, ci viene incontro, credendo che noi siamo schiere alleate, ignaro, e per giunta ci apostrofa con parole amiche: «Non indugiate! Altri già incendiano e devastano Troia, uccidono i nemici; voi, invece, presi da lenta indolenza, volete restare qui?». Disse e subito si accorse di essere in mezzo ai nemici. Egli, dunque, si stupì e trasse indietro il piede con la voce. Noi ci lanciamo, accerchiamo lui e i suoi uomini con le armi, e li opprimiamo.