La misera donnola

Mustella postquam per angustam rimam in agricolae casam repserat, cibum furto subducebat et magnorum malorum causa erat. Cum escam vidit, adpropinquavit sed pedicam non animadvertit et in eam incidit. Sub vesperum agricola ab agris in casam remeavit et mustellam deprehensam in pedica vidit. Mustella prensa ab homine necem suam propinquam vidit et dixit: «Parce mihi : nam casam tuam molestis musculis purgo». Tum agricola: «Causa tua et non mea musculos captas. Cibum meum furto subducis et agricolis multa mala paras. Nunc necem non effugies». Itaque mustella nece sua poenas scelerum suorum luit.

Fedro

Una donnola dopo che si era insinuata nella capanna di un contadino attraverso una stretta fessura, portava via di nascosto il cibo ed era causa di grandi sciagure. Quando vide il cibo, si avvicinò ma non si accorse della trappola e incappò in essa. Sul far della sera il contadino ritornò a casa dai campi e vide la donnola catturata nella trappola. La donnola catturata dall’uomo vide vicina la sua morte e disse: «Risparmiami: infatti libero la tua capanna dai fastidiosi topolini». Allora il contadino: «Per te e non per me catturi i topolini. Rubi il mio cibo di nascosto e procuri molti danni ai contadini. Ora non sfuggirai alla morte». E così la donnola con la sua morte paga i fio dei suoi misfatti.