La morte di Asdrubale

Elephanti plures ab ipsis rectoribus quam ab hoste interfecti. Fabrile scalprum cum malleo habebant; id, ubi saevire beluae ac ruere in suos coeperant, magister inter aures positum ipsa in compage qua iungitur capiti cervix quanto maximo poterat ictu adigebat. Ea celerrima via mortis in tantae molis belua inventa erat ubi regendi spem vi vicissent, primusque id Hadrubal institueratm, dux cum saepe alias memorabilis tum illa praecipue pugna. Ille pugnantes hortando pariterque obeundo pericula sustinuit; ille fessos abnuentesqe taedio et labore nunc precando, nunc castigando accendit; ille fugientes revocavit omissamque pugnam aliquot locis restituit. Postremo cum haud dubie fortuna hostium esset, ne superstes tanto exercitui suum nomen secuto esset concitato equo se in cohortem Romanam immisit; ibi, ut patre Hamilcare fratre dignum erat, pugnans cecidit.

Furono uccisi più elefanti dagli stessi conducenti che dal nemico. Avevano uno scalpello da fabbro con un martello; il conducente, quando le bestie avevano cominciato a infuriarsi e a lanciarsi contro le proprie schiere, postolo (=lo scalpello) in mezzo alle orecchie proprio sull’articolazione dove il collo si unisce al capo, lo conficcava con un colpo quanto più forte poteva. Quello era il metodo di (dare la) morte più veloce trovato contro una bestia di così grande mole, quando avevano perso la speranza di guidarla, e per primo l’aveva introdotto Asdrubale, condottiero come spesso altre volte memorabile, così specialmente in quella battaglia. Egli sostenne i combattenti esortandoli e contemporaneamente affrontando i pericoli; egli infiammò, ora pregando ora rimproverando, i soldati spossati e quelli che rifiutavano di combattere per la fatica e la ripugnanza; egli richiamò i fuggitivi e salvò in molti luoghi le sorti della battaglia ormai perduta. Infine, quando il successo dei nemici non era in dubbio, per non sopravvivere a un così grande esercito che aveva seguito il suo nome, spronato il cavallo si lanciò contro la coorte Romana; là, com’era cosa degna del padre Amilcare e del fratello, cadde combattendo.