La morte di Codro

Athenienses bellum gerebant contra Lacedaemonios. Quia Lacedaemonii ob gravem annonam in Atticam venerant, incolas pepulerant et ad urbem castra posuerant. Tum Athenienses legatos ad oraculum Delphicum miserunt et de victoria Apollinem consuluerunt. Postquam Pythia, Apollinis sacerdos, interrogata erat a legatis, ita respondit: «Victores eritis, Athenienses, si ab hostibus rex vester necatus erit». Tum Atheniensium rex Codrus erat: postquam dei responsum hostiumque praecepta cognita erant, rex regiam vestem mutavit et pannosus ac sarmenta collo gerens in hostium castra intravit. Ibi Lacedaemonium militem falce vulneravit et miles Codrum gladio occidit. Lacedaemonii, postquam regiis corpus agnoverant, oraculi conscii, sine proelio discesserunt. Atque ita Codrus rex virtute pro patriae salute mortem expetivit et Athenienses bello liberavit.

Grammatica Picta (1) – Pag.209 n.31

Gli Ateniesi combattevano la guerra contro gli Spartani. Poiché gli Spartani erano giunti nell’Attica a causa di una grave carestia, avevano cacciato via gli abitanti e avevano collocato un accampamento nei pressi della città. A quel punto, gli Ateniesi inviarono degli ambasciatori all’oracolo Delfico, e consultarono Apollo riguardo alla vittoria. La Pizia, la sacerdotessa di Apollo, dopo essere stata interrogata dagli ambasciatori, rispose in questa maniera: O Ateniesi, sarete i vincitori se il vostro re sarà stato ucciso dai nemici. All’epoca il re degli Ateniesi era Codro: dopo che erano stati conosciuti il responso del dio e le indicazioni dei nemici, il re si cambiò l’abito regale e, abbigliato poveramente, e portando sul collo una fascina, entrò nell’accampamento dei nemici. Lì, con una falce, ferì un soldato Spartano, e il soldato con la spada uccise Codro. Gli Spartani, dopo aver riconosciuto il corpo del re, consapevoli dell’oracolo, se ne andarono senza combattere (lett.: “senza battaglia”). E così il re Codro, grazie al valore, ricercò la morte in difesa della salvezza della patria, e liberò gli Ateniesi dalla guerra.