La ninfa Eco

Echo, quia loquax erat, invisa erat Iunoni, Iovis uxori, quae linguam eius oppresserat. Nam nec sorda nec muta erat sed, verba audiens, solum ultimam syllabam pronuntiabat. Itaque Narcissus, pulcher sed vanus iuvenis, eam contempsit. Tunc infelix nympha in speluncam fugerat, et ibi latens ingenti dolore consumpta est: numphae ossa in saxa conversa sunt ac sola vox superstes fuit.

Grammatica Picta (1) – Pag.212 n.3

Eco, poiché era ciarliera, era antipatica a Giunone, la moglie di Giove, che aveva bloccato la lingua di lei. Infatti, ella (Eco → Soggetto sottinteso) non era né sorda, né muta, ma, quando ascoltava delle parole, pronunciava unicamente l’ultima sillaba. E così Narciso, giovane bello ma frivolo, la disdegnò. A quel punto la ninfa sfortunata era fuggita in una caverna, e mentre si nascondeva lì, venne logorata dal grande dolore: le ossa della ninfa furono trasformate in pietre, e sopravvisse la sola voce.