La nostalgia impedisce a Cicerone di scrivere al fratello Quinto

Mi frater, mi frater, mi frater, tune id veritus es, ne ego iracundia aliqua adductus te videre noluerim? Ego tibi irascerer? Tibi ego possem irasci? Ego te misere perdidi, non tu me. Meus ille laudatus consulatus mihi te, liberos, patriam, fortunas eripuit; tibi multa alia praeter fratrem tuum. Certe a te mihi omnia semper honesta et iucunda ceciderunt, a me tibi luctus, calamitatis amborum metus, desiderium, maeror, solitudo. Ego te videre noluerim? Immo vero me a te videri nolui; non enim vidisses fratrem tuum, non eum quem reliqueras, non eum quem noveras, non eum quem flens flentem dimiseras, ne vestigium quidem eius nec simulacrum, sed quandam effigiem spirantis mortui. Et testor omnes deos me hac una voce a morte esse revocatum, quod omnes in mea vita partem aliquam tuae vitae repositam esse dicebant. Nam, quod te videre nolui, quoniam vides non fuisse iracundiam causam, certe pigritia fuit et quaedam infinita vis lacrimarum et dolorum.

Cicerone

Fratello mio, fratello mio, fratello mio, tu dunque hai temuto che io, indotto da qualche sdegno, non abbia voluto vederti? Avrei dovuto adirarmi con te? Avrei potuto adirarmi con te? Io ho perso miseramente te, non tu me. Quel mio lodato consolato mi tolse te, i figli, la patria, le sostanze; a te molte altre cose fuorché tuo fratello. A me da parte tua sono sempre arrivate cose onorevoli e gradite, da parte mia (sono arrivate) a te dolore, timore per la sciagura di entrambi, nostalgia, tristezza, solitudine. Io non vorrei vederti? Anzi, non ho voluto che io fossi visto da te; infatti non avresti visto tuo fratello, non quello che avevi lasciato, non quello che conoscevi, non quello che tu, piangendo, avevi lasciato mentre piangeva, (non avresti visto) neppure una traccia di lui né l’ombra, ma in un certo qual modo la parvenza di un morto che respira. Ma chiamo come testimoni tutti gli dèi che sono stato distolto dalla morte da quest’unica considerazione, il fatto che dicevano che una qualche parte della tua vita fosse riposta nella mia vita. Infatti, quanto al fatto che non ho voluto vederti, dal momento che comprendi che il motivo non è stato l’ira, fu certamente pigrizia e una infinita quantità di lacrime e dolori.