La renna e l’alce

Est bos cervi figura, cuius a media fronte inter aures unum cornu exsistit excelsius magisque directum his, quae nobis nota sunt, cornibus: ab eius summo sicut palmae ramique late diffunduntur. Eadem est feminae marisque natura, eadem forma magnitudoque cornuum. Sunt item, quae appellantur alces. Harum est consimilis capris figura et varietas pellium, sed magnitudine paulo antecedunt mutilaeque sunt cornibus et crura sine nodis articulisque habent neque quietis causa procumbunt neque, si quo adflictae casu conciderunt, erigere sese aut sublevare possunt. His sunt arbores pro cubilibus: ad eas se applicant atque ita paulum modo reclinatae quietem capiunt. Quarum ex vestigiis cum est animadversum a venatoribus, quo se recipere consuerint, omnes eo loco aut ab radicibus subruunt aut accidunt arbores, tantum ut summa species earum stantium relinquatur. Huc cum se consuetudine reclinaverunt, infirmas arbores pondere adfligunt atque una ipsae concidunt.

Cesare

C’è un bue, dall’aspetto di un cervo, dal centro della cui fronte fra le orecchie si trova un unico corno più lungo e più diritto di queste corna, che sono a noi note: dalla sommità di quello si allargano estesamente come palme e rami. La costituzione fisica del maschio e della femmina è la stessa, la stessa la forma e la grandezza delle corna. Ci sono ugualmente quelle che si chiamano alci. L’aspetto di queste e la varietà delle pelli è simile alle capre, ma per la grandezza le superano un poco, sono mozze di corna ed hanno le zampe senza giunture ed articolazioni e non si coricano per il riposo, né, se sono cadute, colpite da qualche accidente, possono drizzarsi o sollevarsi. Queste hanno gli alberi come giacigli: si appoggiano ad essi e così appena un poco reclinate riposano. Quando da parte dei cacciatori si è notato dalle loro orme dove sono solite ritirarsi, in quel luogo abbattono dalle radici o tagliano gli alberi, tanto che si lasci la sommità come sembianza di quelli (= riferito agli alberi) che stanno in piedi. Quando vi si appoggiano per abitudine, prostrano con il peso gli alberi malfermi e cadono insieme agli stessi.