La salute è più importante della ricchezza

Iulius Hyginus in libro «De vita rebusque inlustrium virorum» sexto legatos dicti a Samnitibus ad C. Fabricium, imperatorem populi Romani venisse et, memoratis multis magnisque rebus quae bene ac benivole post redditam pacem Samnitibus fecisset, obtulisse dono grandem pecuniam oravisseque, ut acciperet utereturque. Atque id facere Samnites dixisse, quod viderent multa ad splendorem domus atque victus eius deficere. Tum Fabricium planas manus ab auribus ad oculos et infra deinceps ad nares et ad os et ad gulam atque inde porro ad ventrem imum deduxisse et legatis ita respondisse: dum illis omnibus membris, quae attigisset, obsistere atque imperare posset, numquam quicquam defuturum; propterea se pecuniam, qua nihil sibi esset usus, ab his, quibus eam sciret usui esse, non accipere.

Gellio

Giulio Igino nel sesto libro «Sulla vita e sulle gesta degli uomini illustri» dice che degli ambasciatori da parte dei Sanniti andarono da Gaio Fabrizio, generale del popolo Romano, e, dopo aver ricordato le molte e grandi cose che egli aveva opportunamente e benevolmente fatto dopo che era stata restituita la pace ai Sanniti, gli offrirono in dono una grande somma di denaro e lo pregarono di accettarla e di utilizzarla. E dissero che i Sanniti lo facevano perché vedevano che molte cose mancavano al fasto della sua casa e del suo tenore di vita. Allora Fabrizio fece scendere le mani aperte dalle orecchie agli occhi e poi sotto al naso e alla bocca e alla gola e quindi continuando fino al basso ventre e così rispose agli ambasciatori: finché poteva resistere e comandare a tutte quelle membra, che aveva toccato, non gli sarebbe mai mancata nessuna cosa; per questo egli non accettava il denaro, di cui non avrebbe usato nulla per sé, da coloro ai quali sapeva che era utile.